Attualità

Damage & Refurbishment, NUOVO BUSINESS

Il recupero e ricondizionamento delle auto danneggiate, per riportarle ad una “seconda vita” è un business che da “artigianale” sta diventando sempre più “industriale”. Per le carrozzerie può essere un’opportunità, come è emerso nel workshop di Car Carrozzeria ad Autopromotec

Damage e Refurbishment stanno diventano due concetti chiave anche nel mondo della carrozzeria, e il loro peso nel business di molti operatori è destinato ad aumentare nei prossimi anni. Il recupero e ricondizionamento delle auto danneggiate, per riportarle ad una “seconda vita”, è infatti un nuovo fronte che catalizza le competenze di diversi operatori, generando opportunità interessanti nel momento in cui l’intero processo viene organizzato e condotto con sistematicità in tutti i suoi passaggi.
Su questo tema si è focalizzato il seguitissimo workshop di Car Carrozzeria del 23 maggio all’interno di Autopromotec che, moderato da Maria Ranieri, ha visto come relatori Emmanuel Lufray, Direttore Remarketing di Arval Italia, Marco Mosaici, Sales Director b2b Direzione Remarketing di Arval Italia, Luca Morini, CEO di GPS Group e Carlo Mottola, COO di Ballsystem. Grazie alla stretta collaborazione tra queste aziende è stato avviato un innovativo progetto di gestione dei veicoli damage e ricondizionamento che sta “facendo scuola” nel settore.

SONO UN’OPPORTUNITA’

Innanzitutto occorre brevemente chiarire cosa si intende con questi due termini. In ambito flotte, “damage” si riferisce ad un veicolo il cui contratto di noleggio viene chiuso anticipatamente, a causa di un guasto meccanico o di un sinistro rilevante, reputando diseconomico riparare in base ai suoi parametri (prossimo alla scadenza contrattuale, chilometraggio elevato, fermo tecnico prolungato, ricambio non disponibile). È tuttavia scorretto definire questi veicoli senza valore. Quando una flotta decide di non riparare un veicolo “damage” viene avviato al processo di vendita attraverso specifici portali di aste dedicate. Gli acquirenti tendenzialmente sono riparatori (carrozzerie e officine) o demolitori che decidono se sistemare a loro volta i veicoli o ricavarne ricambi. Quindi anche i demolitori sono diventati attori chiave, e, alcuni di loro, hanno aperto spazi dedicati alle auto usate ripristinate. Va ricordato che la legge impone la garanzia legale di almeno un anno sulla vendita di auto usate/ricambi e ciò vale anche per i veicoli damage venduti dopo il ripristino. L’auto damage, se riparata e ricondizionata, può quindi riacquistare valore.

ALCUNE CRITICITA’

Il nuovo progetto sviluppato da Arval e GPS Group per gestire il damage prende le mosse da alcune criticità emerse nella gestione di questi veicoli lato flotta Arval, come spiegato da Marco Mosaici. In primis il processo di valutazione dei danni restituiva preventivi parziali, in cui magari veniva valutato solo il danno meccanico e non la parte estetica e di carrozzeria (o viceversa) dando adito a reclami da parte degli acquirenti delle aste, che, una volta ricevuto il veicolo, potevano imbattersi in problemi non segnalati, avanzando richieste di rimborso o contestazioni. Altra criticità riguardava i tempi di gestione, legati spesso alla disponibilità dei periti, con un aumento dei costi di deposito e ad una perdita di ricambi, in tutti quei casi dove per diagnosticare un guasto era stato autorizzato uno smontaggio. La permanenza di un’auto nel piazzale della carrozzeria/officina che l’aveva in carico poteva diventare dunque un’incognita dipendente dalle procedure di authority atte alla chiusura del contratto e dai tempi della perizia.

DAMAGE: NUOVO PROCESSO

Nel 2024 sono 282.611 i veicoli noleggiati, 73.800 i veicoli usati venduti da Arval, rientrano nella categoria “damage” il 2% del circolante.
Volendo tracciare nella sua interezza il processo, rendendolo maggiormente efficace ed efficiente, così da ridurre drasticamente segnalazioni e tempi, la Direzione Remarketing di Arval si è quindi appoggiata a GPS Group per le attività di recupero, messa in sicurezza, controllo della documentazione di bordo (ad es. targhe, libretto e chiavi), delogatura, shooting fotografico, valorizzazione ottimizzata del guasto/danno, stoccaggio e per un’eventuale rispristino del veicolo.
A metà 2024 è partito il “piazzale zero” di Roma, al termine della fase test, dove si sono organizzate e monitorate tutte le attività, il processo si è applicato a tutti gli altri piazzali dislocati sul territorio nazionale.
Per poter mantenere le performance all’incrementarsi dei volumi suddivisi su più regioni, ci siamo trovati a dover coinvolgere e contrattualizzare nuovi partner, come ad esempio operatori logistici per ridurre i tempi di recupero e periti in supporto al personale tecnico dei piazzali per accertare lo stato d’uso; inoltre abbiamo rinforzato il nostro team di authority per quantificare il costo della riparazione, ha spiegato Luca Morini di GPS Group.

COME FUNZIONANO I PIAZZALI

Al momento sono attivi 14 piazzali distribuiti su tutto il territorio italiano, con l’obiettivo di arrivare a 16 entro fine Luglio e tutti gestiti da riparatori.
Nei piazzali, con medesime caratteristiche in termini di superficie impermeabile, con relativi sistemi di convogliamento delle acque meteoriche, dotati di pozzetti per il drenaggio, vasche di raccolta e di decantazione, muniti di separatori per olii, adeguatamente dimensionati nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela delle acque dall’inquinamento, aree dedicate ai veicoli ibridi ed elettrici, etc., si eseguono messa in sicurezza, delogatura (rimozione di loghi aziendali), controllo della documentazione (libretto di circolazione, ATP, targhe, chiavi), stato d’uso (preventivo di meccanica e carrozzeria), perizia e shooting fotografico. Il dossier completo viene inviato a Arval per la pubblicazione sulla piattaforma di vendita. Inoltre, tutti i piazzali sono dotati di muletti per facilitare il carico/scarico su bisarche o carri.
Viene inoltre data una risposta ad un’altra problematica fondamentale: l’evoluzione tecnologica dei veicoli, soprattutto ibridi ed elettrici, aumenta infatti la complessità della gestione durante i periodi di fermo. La prolungata inattività può portare infatti alla necessità di resettare centraline, ripristinare batterie e, in alcuni casi, rigenerare forzatamente i filtri antiparticolato. I piazzali di stoccaggio prevedono quindi un’attività di manutenzione continua e qualificata per non incorrere in riparazioni aggiuntive. Il nuovo processo crea opportunità di nuovi business per i riparatori, come ad esempio la gestione della micrologistica: dallo stoccaggio al recupero veicoli, fino alla consegna al cliente.

DALLA GESTIONE DEI RECLAMI AL DAMAGE

La gestione centralizzata consente di tracciare tutte le operazioni e di arrivare rapidamente e precisamente alla valorizzazione del guasto/danno e al completamento della documentazione necessaria alla vendita. «Per noi è fondamentale che il valore che viene attribuito al veicolo sia reale, così come la quantificazione dei danni e dei relativi costi per il ripristino – ha sottolineato Emmanuel Lufray – Il nuovo processo implementato nella gestione dei reclami ci consente di garantire l’importo nei confronti dei clienti oltre ad abbattere i tempi nella gestione dei reclami, siamo passati da tre settimane a 4 giorni». Nel caso in cui il cliente non riesca a ottenere dai propri fornitori le condizioni indicate nel preventivo e rimborsate, la riparazione può essere eseguita direttamente dai partner tecnici incaricati da Arval: GPS Group per carrozzeria/meccanica, Ballsystem per grandine, Rapidglass per cristalli, Hidrosystem per allestimenti. L’accertamento può avvenire da remoto, in loco attraverso tecnici dipendenti, consulenti e riparatori del proprio network, oppure trasferendo il veicolo presso un centro di verifica.

REFURBISHMENT, DA ARTIGIANALE A INDUSTRIALE

Il ripristino di un’auto come nuova, il cosiddetto “refurbishment”, ovvero tutte quelle attività di ricondizionamento che comprendono la sistemazione di danni estetici e meccanici, aggiornamento dei sistemi tecnologici, pulizia e sanificazione si sta trasformando sempre di più in un vero e proprio processo industriale, in cui la marginalità deriva da una standardizzazione ed efficientamento dei processi. Questo è un nuovo business in cui Ballsystem è specializzata, attraverso Hub logistici dedicati ed una rete di carrozzerie selezionate a supportare la gestione del second life dei veicoli da ricondizionare. Come ha spiegato Carlo Mottola, il veicolo viene trattato come un prodotto da rigenerare in serie utilizzando tecniche innovative (come riparazione veloce, spot repair, tecnica a freddo) e standardizzando l’intero ciclo per avere un tracciamento completo di tutte le operazioni e un monitoraggio costante di tutte le fasi del processo, oltre ad un controllo qualitativo e ambientale. «In una fase caratterizzata dalla mancanza del prodotto nuovo, il refurbishment ha visto negli ultimi anni una crescita costante – ha detto Mottola – Il nostro sistema consente di vedere real time tutto il processo, lo stato del veicolo e una visione chiara del costo. I veicoli selezionati devono essere inoltre rigenerati non solo nella parte meccanica, ma anche esteticamente, preparando l’auto ad una rivendita che generi valore. In questo le carrozzerie, se strutturate, giocano dunque un ruolo chiave”. Rientrano in questo servizio di refurbishment gestito da Ballsystem il buyback per le Case Auto e noleggio a breve termine, il remarketing dei dealer, il second life per il noleggio a lungo termine. Sempre più attori, dunque, si stanno muovendo per attivare il processo di refurbishment, orientandosi su attività in grado di sviluppare un processo industriale con strutture sul territorio e garantire un servizio completo che da artigianale diventa industriale, con linee dedicate e un’organizzazione strutturata.

PROCESSI SOSTENIBILI

Il recupero di mezzi in disuso e la ristrutturazione dei veicoli a fine vita rappresentano un elemento chiave nell’economia circolare, permettendo di ridurre l’impatto ambientale e di ottimizzare l’uso delle risorse. Damage e Refurbishment sono processi che si basano sull’impiego e riutilizzo di ricambi rigenerati e sull’applicazione di tecnologie avanzate di riparazione ad alta sostenibilità.

a cura di Andrea Martinello