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Ddl concorrenza: le Assicurazioni non ci stanno

L'Ania torna a fare pressione sul Senato perchè non confermi il testo approvato dalla Camera e rivaluti i provvedimenti a favore del risarcimento in forma specifica

Il ddl Concorrenza, contenente i provvedimenti relativi alla rca, è in questi giorni in esame al Senato per l'approvazione definitiva dopo il via libera della Camera. Il testo approvato dalla camera, radicalmente modificato rispetto alla versione iniziale, mantiene e difende i due “pilastri” su cui si è fondata la lotta delle associazioni dei carrozzieri: libera scelta del carrozzerie di fiducia e diritto alla cessione del credito. Ma le Assicurazioni, le cui istanze mirate alla “canalizzazione” sono state di fatto respinte, non ci stanno e all'audizione della scorsa settimana hanno detto la loro, difendendo la prima versione del testo (a loro favorevole): “Il provvedimento presentato alla Camera andava nella giusta direzione di rafforzare il meccanismo concorrenziale, di contrastare le frodi e porre le condizioni per una riduzione dei prezzi. Ma nel corso dei lavori alla Camera il suo impianto e? stato in larga misura stravolto. Erano infatti previste, per esempio, alcune clausole di sconto facoltative per l’assicurato, poi soppresse, che avevano una particolare efficacia antifrode (rinuncia alla cedibilita? del credito, risarcimento in forma specifica, risarcimento per equivalente basato su una verifica preliminare)”.

Le assicurazioni fanno quindi nuovamente pressione per ottenere il risarcimento in forma specifica – attraverso il quale il danneggiato è sostanzialmente obbligato a rivolgersi al carrozziere convenzionato – e l’abolizione della cessione del credito, così da canalizzare gli assicurati presso le carrozzerie delle loro reti e imporre (a ribasso) costi di riparazione e tariffe orarie.

L’Ania attacca anche la Tariffa Italia, che uniforma le tariffe a livello nazionale premiando gli automobilisti virtuosi indipendentemente dalla provincia in cui risiedono: “Sono state introdotte norme che presentano chiari profili di incompatibilita? con il diritto comunitario, che espongono la Repubblica Italiana al concreto rischio di infrazione con le connesse sanzioni previste. Infatti, in assenza di interventi significativi nel testo in esame, appare inevitabile un ricorso alla Commissione europea. Tale ultima norma limita il principio di liberta? tariffaria, sancito dalle norme comunitarie, negando il peso della rischiosita? specifica del territorio nella costruzione della tariffa cosa che è assolutamente prevista in tutti i Paesi europei”.

Ora sarà il senato a decidere.