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Fit for 55: iniziano i tagli occupazionali?

Dopo l’annuncio di Elon Musk di voler tagliare la forza lavoro nelle sue fabbriche dedicate a Tesla, anche Stellantis si muove in Italia. La Fit for 55 fa paura ai costruttori di automobili e a dispetto di quanto si dice in Europa gli effetti si fanno già sentire. Stellantis ha infatti annunciato, ed era prevedibile, 4.704 esuberi temporanei nello stabilimento di Melfi. Lo dice la stessa azienda in una lettera indirizzata il 27 giugno a Ministero del Lavoro, Regione Basilicata e infine ai sindacati. I sindacati leggono tra le righe e pensano che questi esuberi siano “strutturali” e non temporanei. Perché questa interpretazione. Semplicemente per via dell’accordo stilato a giugno 2021 che prevedeva di portare la produzione di 4 nuovi modelli elettrici a Melfi ma con una sola linea produttiva (quindi chiudendone una). Il passaggio da due linee a una porta a una riduzione della capacità produttiva da 600 macchine a turno (350 su una, 250 sull’altra) alle 400 unità previste per il 2024, con i 4 nuovi modelli a regime. Per i sindacati la riduzione temporanea di 3.215 tute blu sulle 7.144 della capacità produttiva a due linee potrebbe non essere temporanea anche ipotizzando di intensificare il ciclo e i turni di produzione. Preoccupano anche gli esodi incentivati passati da 300 a quasi 900 in poche settimane. La paura è che lo stabilimento venga svuotato della forza lavoro.

A pochi giorni di distanza in un comunicato dei sindacati si riporta che siano stati firmati accordi 1.820 uscite volontarie dalle fabbriche italiane di Stellantis e Comau. A fronte dei 49.000 dipendenti attualmente attivi, queste rappresentano il 3,7% della forza lavoro. Un taglio pesante in strutture produttive già in forte sofferenza produttiva.

 

a cura di Renato Dainotto