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Intelligenza Artificiale e carrozzeria

Alcuni la temono. Molti ne sono affascinati. I pragmatici la studiano. L’intelligenza artificiale è la nuova frontiera insieme alla robotica. Naturale che sia divisiva. Conosciamola meglio nell’ambito automotive con un esperto: Stefano Schiavo founder e CEO di Sharazad

L’intelligenza artificiale generativa sta presentandosi alla porta delle carrozzerie italiane. Non aspettiamoci robot con la tuta da lavoro o altro immaginario da fantascienza. Si tratta piuttosto di algoritmi capaci di potenziare progressivamente ciò che già sappiamo fare bene. Stiamo assistendo infatti a una trasformazione silenziosa che coinvolge diagnosi, riparazione, verniciatura e gestione dei sinistri. Le auto moderne, lo sappiamo bene, sono sempre più connesse e ricche di sensori. Alimentano così un ecosistema post vendita altamente digitalizzato, dove l’intelligenza artificiale generativa si candida a diventare uno dei motori del cambiamento per l’aftermarket automotive. All’Autopromotec Talk del 2025 gli esperti hanno concordato sul fatto che l’AI non è qui per sostituire il carrozziere, ma per dargli piuttosto dei poteri aggiuntivi. Il famoso “tocco artigianale” di cui andiamo spesso orgogliosi è quasi impossibile da digitalizzare e resterà un asso nella manica. Per le officine e le carrozzerie del presente la sfida è quindi doppia. Abbracciare la rivoluzione digitale senza rinunciare alla competenza umana che nessun algoritmo può replicare.

La GenAI è solo marketing?

Partiamo dai numeri. Secondo un recente studio di McKinsey pubblicato nel 2025 le tecnologie di GenAI potrebbero aumentare l’efficienza operativa delle aziende di servizi fino al 30%, automatizzare circa un quarto delle interazioni con i clienti e incrementare i ricavi di un 10-30%. Non male decisamente per una tecnologia che è di fatto ancora agli albori. Dall’Autopromotec emerge una visione chiara. L’AI non è più considerata solo una “tecnologia abilitante”. È invece un elemento centrale per il successo dell’intero comparto. I nuovi assistenti virtuali permettono a piccoli team di ottenere in poco tempo risultati che avrebbero richiesto l’apporto di molti specialisti. Un esperto ha rilevato come in fase di progettazione un’AI generativa possa proporre soluzioni in un tempo fino a cinque volte inferiore a quello di un gruppo umano. Un report BCG del 2024 spiegava chiaramente come dietro ogni algoritmo efficace c’è sempre una mano umana. I professionisti restano insostituibili nel validare risultati, correggere errori e guidare l’addestramento dei sistemi digitali. L’intelligenza artificiale offre invece suggerimenti preziosi. In ogni caso la decisione finale spetta sempre all’esperto con la sua competenza. La riduzione dei costi è forse il beneficio più immediato dell’AI. BCG ha rilevato che nel settore assicurativo la combinazione di GenAI e strumenti digitali migliora l’efficienza fino al 30%, con tempi dimezzati per gestire le pratiche standard. Anche in ambito automotive i vantaggi sono evidenti. Guasti identificati più velocemente, interventi preventivi che riducono i costi di riparazione e maggiore affidabilità dei veicoli. Non meno importante è l’ottimizzazione del magazzino ricambi, con scorte calibrate sulle reali necessità e riduzione degli sprechi, a tutto vantaggio di officine e clienti.

Diagnosi intelligente

Una delle aree dove la GenAI mostra tutto il suo potenziale è la diagnostica avanzata e la manutenzione predittiva. Le auto oggi generano quantità impressionanti di dati attraverso centraline, sensori e sistemi di bordo e l’AI rappresenta un mezzo ideale in grado di analizzare questi flussi per anticipare potenziali guasti prima che si verifichino. I sensori delle auto moderne inviano costantemente dati che l’AI elabora per prevenire i guasti. Dovrebbero così ridursi le sorprese dell’ultimo momento e i costosi fermi macchina. La vecchia manutenzione “reattiva” sta cedendo il passo a un approccio basato sui dati. I sistemi intelligenti monitorano vibrazioni, temperature e persino gli stili di guida. Individuano sottili anomalie che sfuggirebbero facilmente all’occhio umano. Anche la diagnosi immediata di guasti conclamati viene accelerata. I sistemi di supporto decisionale generativo fungono da “copilota” per il tecnico. Attingono a vasti database di guasti passati, manuali tecnici e documentazione. L’AI fornisce così suggerimenti sul da farsi in pochi istanti. Ascendum, lo racconta McKinsey, ha implementato una soluzione GenAI capace di estrarre informazioni da oltre tredicimila documenti tecnici, con un incremento del 50% nel tasso di risoluzione al primo contatto e una riduzione del tempo medio di diagnosi da trenta minuti a meno di un minuto. Un altro ambito che viene rivoluzionato è ovviamente la formazione tecnica. I nuovi meccanici possono contare su chatbot e assistenti vocali che rispondono a dubbi, spiegano procedure complesse e forniscono valori di riferimento in tempo reale. Diventeranno un ricordo le affannose ricerche tra pagine stampate di manuali tecnici? Le Case automobilistiche più grandi hanno già iniziato a sviluppare manuali interattivi basati su modelli linguistici avanzati. In un futuro non troppo lontano, i clienti potranno semplicemente chiedere all’auto stessa il significato di quella spia rossa sul cruscotto e ricevere spiegazioni chiare e immediate. Un cambio di paradigma che semplifica sia il lavoro in officina sia l’esperienza di guida quotidiana. Un’altra applicazione della tecnologia è utile per migliorare le attività di accettazione e ispezione iniziale del veicolo. Un’azienda italiana (Sipav) ha presentato all’Autopromotec un sistema di accettazione automatizzata che, scansionando la targa, recupera tutti i dati di sicurezza e manutenzione disponibili sul veicolo, avviando in automatico un check-up intelligente. Esistono già sistemi di scansione 3D capaci di rilevare anomalie e danni in pochi secondi, creando un modello digitale completo della carrozzeria e individuando automaticamente ammaccature, crepe o perdite di fluidi con un livello di dettaglio superiore all’ispezione visiva tradizionale.

L’AI incontra l’uomo nella verniciatura di precisione

È chiaro a tutti. In una carrozzeria la verniciatura fa spesso la differenza tra un lavoro mediocre e uno eccellente. È proprio in questa fase delicata che l’intelligenza artificiale sta dimostrando il suo valore. La precisione nella corrispondenza dei colori, una volta affidata solo all’occhio esperto del verniciatore, oggi può contare su algoritmi che analizzano e replicano anche le tonalità più complesse. BMW ha implementato un progetto pilota nel suo stabilimento di Monaco dove ogni scocca verniciata viene sottoposta a un’ispezione automatica di superficie. I dati raccolti alimentano un algoritmo che confronta in tempo reale i sensori di particolato nelle cabine con uno storico, al fine di prevenire difetti. Questa analisi “intelligente” dei dati di verniciatura permette di prevedere con grande accuratezza la qualità finale e di intervenire proattivamente, ad esempio cambiando i filtri dell’aria prima del previsto se l’algoritmo rileva un aumento di polvere nell’ambiente, così da evitare che particelle vengano intrappolate nella vernice fresca. Nelle carrozzerie industriali più avanzate si stanno diffondendo robot verniciatori intelligenti, spesso integrati con sistemi di visione e AI. Questi robot sono capaci di applicare la vernice con estrema precisione, riducendo overspray e sprechi di materiale, e di ottimizzare i parametri di applicazione e asciugatura in base alle condizioni ambientali rilevate. L’obiettivo è fornire al verniciatore umano strumenti che migliorano il risultato finale e riducono le rilavorazioni. La GenAI offre contributi interessanti anche nell’ambito della personalizzazione estetica e del design. Gli strumenti di generazione delle immagini permettono oggi di creare render realistici di come apparirà un’auto con una certa livrea o colore, consentendo al carrozziere di mostrare al cliente un’anteprima virtuale del risultato. Ad esempio, esistono applicazioni web in cui si carica la foto dell’auto e l’AI genera varianti di colore, finiture o grafiche personalizzate in pochi secondi. Diventa un potente strumento di vendita per carrozzerie specializzate in tuning dove il cliente può valutare virtualmente diverse soluzioni di verniciatura prima dell’inizio del lavoro reale.

L’AI e i periti assicurativi

Un campo in cui l’AI generativa sta già mostrando risultati tangibili è la gestione dei sinistri assicurativi. In Italia è già dal “lontano” 2021 che è attivo il primo servizio di stima danni automatizzata tramite AI. È un servizio che consente all’assicurato di inviare foto del veicolo danneggiato tramite app, demandando a un algoritmo avanzato l’identificazione dei danni e la formulazione immediata di un preventivo. In tutto il mondo, oltre venti gruppi assicurativi hanno già adottato soluzioni di “computer vision AI” per la gestione dei sinistri. Sono strumenti che analizzano milioni di fotografie di incidenti per “imparare” a valutare i danni come farebbe un esperto umano. Arrivano a distinguere con precisione un parafango graffiato da uno deformato e associano a ogni scenario il probabile costo di officina. Una Compagnia assicurativa dotata di queste tecnologie può sapere addirittura durante la prima chiamata di denuncia (FNOL) se il veicolo è riparabile e quale sarà il costo indicativo del sinistro. Per le carrozzerie l’impatto di tutto questo è duplice. Da una parte c’è un flusso di lavoro più snello con meno attese per i periti, approvazioni quasi istantanee dei preventivi e possibilità di iniziare la riparazione subito. Dall’altra emerge la necessità di adattarsi a nuovi strumenti digitali e di fidarsi delle valutazioni automatiche. L’Associazione Italiana Periti (AIPED) ha espresso timori sul fatto che l’AI possa commettere errori di valutazione. Se il danno è sottostimato, l’assicurato riceve meno di quanto gli spetterebbe; se è sovrastimato, la Compagnia paga di più e potrebbe rifarsi alzando i premi per la collettività. Ma sappiamo che queste tecnologie sono in miglioramento continuo e le “allucinazioni” dei primi tempi sono spesso già solo un ricordo. Il futuro dei sinistri auto è visibile all’orizzonte. Lo scenario che qualcuno intravede è quello in cui, dopo un incidente, basterà scattare qualche foto con lo smartphone per ricevere immediatamente un preventivo approvato dall’assicurazione. Eliminate le lunghe attese e la burocrazia che oggi rallentano l’intero processo. Le officine potranno dedicare più tempo alle riparazioni e meno alla compilazione di moduli. Gli esperti prevedono un sistema ibrido in cui i periti tradizionali supervisioneranno il processo occupandosi dei casi più complessi, mentre l’intelligenza artificiale gestirà autonomamente i sinistri standard. Tutto diventa così più veloce ed efficiente.

L’officina diventa smart

Oltre alle funzioni strettamente tecniche, la GenAI sta contribuendo a snellire i processi gestionali e di servizio. Un esempio è la pianificazione intelligente delle attività, dove algoritmi di scheduling analizzano continuamente i carichi di lavoro, ottimizzando il calendario degli interventi. Secondo McKinsey, l’adozione di soluzioni AI per il “dispatching” dei tecnici ha aumentato la capacità d’intervento del 40% riducendo gli straordinari del 6% in ambito industriale. In un contesto di officina, il tutto si traduce in più vetture riparate al giorno e minori attese per i clienti. L’intelligenza artificiale generativa può addirittura generare automaticamente comunicazioni personalizzate ai clienti per coordinare gli appuntamenti. Alcune aziende hanno integrato “agenti virtuali di vendita” nei CRM, capaci di inviare in autonomia messaggi a centinaia di clienti con proposte di intervento o recall, facendo crescere il business post vendita. Questi sistemi possono gestire le richieste informative più comuni. Il risultato è liberare il personale per attività che richiedono competenze specialistiche. Anche il magazzino ricambi sta vivendo un profondo cambiamento. Motorpad racconta come i nuovi sistemi di AI analizzano i dati delle riparazioni passate per prevedere quali componenti serviranno in futuro. Quando uno stock scende sotto il livello di guardia, il sistema genera automaticamente l’ordine al fornitore. Un altro impatto significativo è quello sulla comunicazione con i clienti. Qui i chatbot più evoluti rispondono 24 ore su 24 a domande sullo stato della riparazione, preventivi o consigli di manutenzione. Diverse carrozzerie all’avanguardia hanno già implementato sistemi che inviano automaticamente messaggi quando l’auto passa da una fase all’altra della riparazione: dal check-in iniziale alla verniciatura fino al collaudo finale. C’è un paradosso che emerge dalle parole di Cinzia Carbone di Solera. «Nel mondo della riparazione sinistri manca ancora una reale applicazione di sistemi AI, anche se esistono ed in Italia sono già disponibili». In altre parole, le soluzioni ci sono ma l’adozione procede a rilento. Non si tratta solo di tecnologia, ma di mentalità. Il settore italiano, caratterizzato da grandi Gruppi da una parte e piccole realtà “artigianali” dall’altra, deve ancora sviluppare una vera cultura digitale diffusa. La trasformazione richiede tempo, formazione e casi di successo che possano ispirare anche i più scettici.

Le innovazioni che cambieranno le officine

Le officine e carrozzerie non operano isolate, ma sono parte di un ecosistema più ampio che include la produzione automotive e il car design. Un primo trend significativo è quello della progettazione generativa di componenti. Gli ingegneri OEM stanno utilizzando algoritmi di GenAI e ottimizzazione per creare pezzi di forma complessa e altamente ottimizzati impossibili da concepire con i metodi tradizionali. Sul fronte produzione industriale, l’AI sta contribuendo a creare auto di qualità migliore e più “intelligenti”, il che modificherà le esigenze di intervento post vendita. Se le auto escono dallo stabilimento con meno difetti, le campagne di richiamo e gli interventi in garanzia diminuiranno, alleggerendo il carico sulle officine autorizzate. D’altro canto, l’ampia adozione di sensori e sistemi connessi (IoT) fornisce un flusso continuo di dati al costruttore e al service. In futuro, l’auto potrà avvisare direttamente il proprietario con largo anticipo che un certo componente va sostituito, magari prenotando in automatico l’intervento. Anche i materiali avanzati costituiscono un’importante innovazione. L’introduzione di alluminio, magnesio, fibra di carbonio e compositi avanzati pone nuove sfide di riparazione. Sono già in sviluppo sistemi di diagnosi tramite suono o immagini termiche per individuare delaminazioni o microfratture nei pannelli di carbonio. Il panorama italiano della riparazione auto presenta caratteristiche uniche, con circa 167.000 addetti e un fatturato che ha superato i 55,9 miliardi di euro nel 2022. Numeri importanti, ma distribuiti in un ecosistema estremamente frammentato. Che, come già detto, non è così veloce nell’adottare nuove soluzioni digitali. E mentre in Italia si procede a piccoli passi, altri Paesi hanno già accelerato. Le officine cinesi più innovative offrono oggi un’esperienza completamente digitalizzata con preventivi generati dall’intelligenza artificiale in pochi secondi, ricambi che arrivano just-in-time grazie alla logistica intelligente e pagamenti automatizzati senza contanti. Tutto gestito da piattaforme cloud sviluppate direttamente dalle Case automobilistiche. Anche il Nord America sta investendo in modo significativo. Le principali catene di carrozzerie hanno implementato sistemi AI centralizzati che garantiscono standard qualitativi uniformi e riducono sensibilmente i tempi di lavorazione. L’Europa, Italia inclusa, avanza con maggiore cautela anche per via di normative (giustamente) più rigorose sulla privacy e sulla protezione delle figure professionali tradizionali. La direzione del cambiamento appare comunque definita e l’innovazione digitale non si fermerà ai confini nazionali. Le officine italiane dovranno quindi adeguarsi per non perdere competitività.

Un futuro equilibrato

L’intelligenza artificiale generativa sta aprendo nuovi scenari nel mondo delle carrozzerie e officine, offrendo strumenti potentissimi per migliorare l’efficienza interna, elevare la qualità del servizio e accrescere la redditività. Dai casi studio analizzati emergono benefici concreti: diagnosi più rapide e precise, prevenzione dei guasti, riduzione dei tempi morti, verniciature ottimizzate, iter dei sinistri semplificato. Allo stesso tempo, è chiaro che l’AI non sostituisce la componente umana, bensì la potenzia. Il vero salto di qualità si avrà integrando l’AI nei processi con una solida supervisione umana. Le competenze tradizionali del meccanico e del carrozziere – manualità, esperienza, creatività – restano insostituibili, ma affiancate da nuovi “colleghi digitali” possono raggiungere risultati prima impensabili. Per cogliere appieno le opportunità offerte occorre investire sia in tecnologia sia in formazione. Un cambio di mentalità è fondamentale. L’AI va vista non come un competitor, ma come un alleato per elevare gli standard professionali. In Italia si registra ancora una certa diffidenza e lentezza nell’adozione su larga scala, soprattutto tra le realtà più piccole. Gli elementi per invertire la rotta sono disponibili. Le grandi aziende stanno facendo da apripista, i costruttori auto integrano funzioni AI nei loro servizi post vendita e i costi delle soluzioni digitali calano progressivamente. Alcune officine pionieristiche, specialmente all’estero, hanno già imboccato la strada dell’innovazione e la sfida è estendere queste best practice a tutto il settore. Come evidenziato dagli esperti, le soluzioni GenAI esistono e sono pronte all’uso: occorre superare la fase di “sperimentazione perenne” (pilot purgatory) e scalarle nell’operatività quotidiana.
La collaborazione tra tutti gli attori, dalle associazioni di categoria alle case produttrici di software fino al legislatore, sarà l’elemento chiave per superare gli ostacoli (standard interoperabili, tutela dei dati, aggiornamento normativo). In prospettiva, sognando un po’ e sperando che tutto ciò non si riveli un incubo, è possibile immaginare officine e carrozzerie del futuro sempre più simili a “centri high-tech”. Accanto ai ponti sollevatori si troveranno postazioni AR/VR per ispezionare virtualmente un motore, ologrammi 3D della scocca su cui simulare una riparazione, stampanti 3D che producono ricambi su misura progettati dall’AI e sistemi automatizzati che dialogano con i clienti. In definitiva, le carrozzerie dovranno unire la storica abilità “artigiana” italiana con le potenzialità della GenAI e chi ci riuscirà potrà fornire servizi migliori a costi competitivi. Chi resterà indietro rischierà al contrario di essere tagliato fuori da un mercato in rapida trasformazione.
La tecnologia offre gli strumenti. Sta alla visione imprenditoriale e alla volontà di innovare saperli utilizzare per inaugurare una nuova era dell’autoriparazione nel nostro Paese.

a cura di Stefano Schiavo