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Indice EY: come stanno andando ibrido ed elettrico in Italia?

Secondo i risultati dell’EY Mobility Consumer Index 2023, sempre più persone al mondo e in Italia sono convinte di acquistare un’auto elettrica o ibrida. Ma guardando alle elettriche 100%, l’intenzione fatica a concretizzarsi nelle vendite.

Secondo l’ultimo EY Mobility Consumer Index 2023, lo studio annuale condotto da EY su 20 Paesi, inclusa l’Italia, con oltre 15 mila intervistati, il 55% di coloro che nel mondo intende comprare un veicolo, ne acquisterà uno elettrico o ibrido e, secondo il 38% degli intervistati, i costi elevati del carburante per i veicoli con motore a combustione interna (ICE) costituisce la motivazione principale per l’acquisto di un veicolo elettrico.

Per il primo anno il prezzo elevato del carburante viene indicato nell’indice EY come motivazione principale per il passaggio ai veicoli elettrici, superando le preoccupazioni ambientali e considerando che per i veicoli ICE in sede europea è stato dichiarato lo stop al 2035 alla loro vendita. Sebbene le preoccupazioni per i costi di acquisto iniziali siano diminuite grazie alla disponibilità di modelli più accessibili, per oltre il 30% degli intervistati la mancanza di stazioni di ricarica costituisce ancora la maggiore preoccupazione in fase di acquisto di un veicolo elettrico.

L’ultimo rapporto EY conferma, dunque, come la fiducia dei consumatori nei confronti di mezzi elettrificati sia aumentata in modo significativo traducendosi nell’incremento delle intenzioni di acquisto nella maggior parte dei mercati, tra cui Stati Uniti (+19%), Svezia (+12%) e Giappone (+11%). Nel complesso l’Indice di questa edizione, per quanto riguarda la propensione dei consumatori all’acquisto di un veicolo elettrificato, vede la Cina al primo posto (75%) seguita dall’Italia (70%), Norvegia (67%), Svezia e Giappone (64%).

Giovanni Passalacqua, Partner e Automotive Consulting Leader di EY in Italia, afferma: “I risultati italiani evidenziano un’importante propensione dei consumatori ad acquistare un veicolo elettrico o ibrido. Dietro a tale tendenza, il tema della sostenibilità mantiene la propria importanza così come la componente economica legata all’aumento di prezzo dei carburanti che è indicata come prima ragione di predilezione per l’elettrico. Nonostante i grandi passi avanti fatti nell’ultimo anno, l’infrastruttura di ricarica e la customer experience rappresentano degli aspetti su cui accelerare: tra i fattori che hanno avuto maggior impatto nell’esperienza di ricarica, per il 44% degli intervistati nel Paese primeggiano i tempi di attesa troppo lunghi, conseguenza della scarsa presenza di colonnine fast, e per il 39% i punti di ricarica poco funzionanti o difficili da trovare. Il tema della customer experience interessa l’ecosistema elettrico di tutti i Paesi. Per questo è necessaria la collaborazione degli attori coinvolti nella filiera per rispondere alle attuali e future esigenze dei consumatori e del mercato.”

Panorama italiano: nuovi comportamenti e abitudini di mobilità

Le abitudini di mobilità nel Paese, soprattutto dopo la pandemia, sono strettamente correlate con i nuovi stili di vita e bisogni dei consumatori. A differenza delle precedenti rilevazioni, si assiste ad una nuova fase che vede sempre più un progressivo ritorno nei luoghi di lavoro fisici. Solo il 14% degli intervistati dichiara di lavorare da remoto per più di 3-4 giorni contro circa il 20% della scorsa rilevazione. In generale, il lavoro ibrido rimane la modalità prediletta da circa il 50% dei rispondenti (dato inferiore di oltre 10 punti percentuali rispetto alla media globale).

Questa tendenza si riflette pertanto anche nelle abitudini di mobilità. In Italia, l’utilizzo dell’auto personale ha avuto una crescita importante rispetto allo scorso anno registrando un +10% mentre si assiste al continuo calo nell’uso dei mezzi di trasporto pubblici (dati significativamente più basso della media globale 29% contro 41%), così come delle opportunità offerte shared mobility e car sharing con rispettivamente un -10% e –6%. Anche la cosiddetta micromobilità (biciclette e monopattini) registra un -3% rispetto ai dati dell’anno scorso mentre sono in aumento del 5% l’utilizzo di mezzi a motore a due ruote (moto, motorini eccetera) per gli spostamenti per motivi di lavoro o studio.