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Le confessioni di un “anonimo” perito

In un articolo pubblicato da Quattroruote un perito confessa i meccanismi che regolano il rapporto con le assicurazioni: "non siamo più figure indipendenti, ma persone che agiscono in nome e per conto delle Compagnie"

Nel numero di febbraio di Quattroruote è stata pubblicato un interessante articolo dal titolo “Confessioni di un perito”, che in questi giorni ha fatto molto discutere. Si tratta di un’intervista ad un perito fiduciario delle assicurazioni il quale, in forma anonima, “confessa” i meccanismi che regolano il rapporti tra assicurazione, perito e assicurato/danneggiato.

Secondo quanto dichiara l’anonimo perito, le compagnie applicano incentivano i professionisti che sono veloci nell’effettuare le perizie e pagano poco per il danno. Ovviamente a vantaggio loro ma a discapito di tutti: il perito è spinto a lavorare in fretta e male e l’assicurato si vedrà liquidare una somma più bassa di quella che correttamente gli spetterebbe.
“Se vuoi lavorare per le Assicurazioni – sostiene il perito – devi accettare anche il ruolo di liquidatore: le Compagnie risparmiano sui costi, mentre noi siamo soggetti alle loro condizioni”.
Per abbattere i risarcimenti accade addirittura che vengano eliminate alcune voci di danno dalle perizie, come per esempio il fermo tecnico.

Il perito sottolinea inoltre la pressione delle Assicurazioni affinché il danneggiato si rivolga al carrozziere convenzionato con le Compagnie, ovvero il risarcimento in forma specifica. In questo modo c’è il controllo della manodopera e del mercato delle riparazioni, ed è ciò su cui si vuole spingere con il disegno legge concorrenza. Il problema, come evidenzia il perito, è che lavorare sottocosto pregiudica per forza di cose la qualità delle riparazioni con conseguente calo della sicurezza dei veicoli.

Il perito dovrebbe essere una figura indipendente, così da essere nella posizione di smascherare i furbetti, i falsi sinistri e i danni gonfiati. Ma nella realtà le cose stanno diversamente, e il sistema tende a premiare i periti “veloci” piuttosto di quelli più attenti e scrupolosi, visto che le Compagnie considerano spesso gli accertamenti come una perdita di tempo e denaro
“Non siamo più figure indipendenti, ma persone che agiscono in nome e per conto delle Compagnie”, spiega il perito.