
Dopo anni passati a sentire e leggere di resilienza un po’ dappertutto adesso sul trono delle parole più usate tocca alla sostenibilità. Con tutto questo clamore il significato ci appare ancora più banale di quello che appare, pensiamo di padroneggiare questa parola, ma forse non è così. Partiamo da un’analisi scolastica, come ci hanno insegnato alle elementari: apriamo il vocabolario della lingua italiana. “Possibilità di essere mantenuto o protratto con sollecitudine e impegno o di essere difeso e consolidato con argomenti probanti e persuasivi. La possibilità di essere sopportato specialmente dal punto di vista ambientale e sociale”. Più che un sostantivo un contenitore di contenuti. Ampiezza di argomentazione, che però non corrisponde all’uso generalizzato in questa fase storica dove la sostenibilità viene troppo spesso abbinata a sacrifici ineluttabili per salvare il pianeta. No alle auto termiche. Stop agli impianti industriali inquinanti. Stop alle caldaie a gas naturale. Riduzione degli allevamenti. Divieto di usare trattamenti sulle colture. Per carità, sono tutti fini importanti e legati non solo all’ambiente ma anche a uno stile di vita più sano per tutti noi. Il problema è che tutto viene gestito con tempistiche tranchant… Divieto di vendita di motori termici entro dieci anni: l’industria dell’auto europea è andata in tilt e siamo alla vigilia di un terremoto occupazionale. Tutto sembra lontano dal mondo della carrozzeria, invece… se non si vendono più auto europee e costose per dare spazio a più economici prodotti cinesi senza anima, più simili a un elettrodomestico che a un prodotto di passione, probabilmente il lavoro in carrozzeria diminuirà. La sostenibilità delle carrozzerie: chi ci pensa? Sostenibilità allora è anche avere tariffe giuste che permettano non solo di marginare (le imprese nascono per questo) ma anche di pagare adeguatamente i dipendenti. Oggi se scarseggia la manodopera è anche per questo. Un giovane se deve lavorare fisicamente (e in carrozzeria lo si fa ancora) giustamente vuole avere il suo tornaconto. Sostenibilità è avere un modello di lavoro snello senza eccessi di burocrazia, senza attori esterni che comandino in casa dei carrozzieri. Sostenibilità è avere energia al giusto prezzo, con contratti che tutelino il futuro. Sostenibilità è lavorare in queste condizioni e solo così il carrozziere potrà mettere tra le sue priorità anche l’ambiente, magari spendendo qualche euro in più per prodotti meno inquinanti, che utilizzino materie prime rinnovabili, lavorate con energia rinnovabile. Il carrozziere non è Polifemo che con un occhio solo non guarda oltre il suo cancello. Il carrozziere ha una sua famiglia diretta (moglie e figli…) e una indiretta (i dipendenti) a cui non solo vuole provvedere ma sicuramente desidera offrire un mondo migliore. Ecco, allora, quando parliamo di sostenibilità (vedi bilancio ESG) diamoci come obiettivo un mondo più pulito ma anche equo e senza scossoni improvvisi. Puntiamo al green ma senza correre e lasciare indietro troppe persone. Green sì, ma senza dimenticare il benessere condiviso di tutti, da nord a sud, dagli agricoltori ai top manager. Un green inclusivo: non come viene vissuto e immaginato oggi.
a cura di Renato Dainotto
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere