Attualità

MIPA e l’emergenza Coronavirus

Continua il nostro viaggio sul tema Emergenza Coronavirus con gli uomini chiave delle aziende del settore: abbiamo intervistato Martin Gschnell MIPA Italia su come l'azienda sta affrontando il momento difficile e su quali strategie di uscita stanno pensando

Abbiamo raggiunto “rigorosamente” al telefono Martin Gschnell MIPA Italia per un’altra delle nostre interviste sull’emergenza Coronavirus che stiamo affrontando. Ecco la sua visione della situazione e quello che si aspetta per il futuro. Sul prossimo numero di Car Carrozzeria una versione più ampia di questa intervista.

Coronavirus: emergenza scoppiata in poche settimane, voi in MIPA eravate preparati alla possibile chiusura generale?
Un’emergenza di tale portata era impossibile da prevedere, per qualsiasi azienda. Tutti, anche noi in MIPA, stavamo osservando la Cina e i possibili effetti in Europa ma tutto è accaduto troppo velocemente e con numeri impressionanti. In MIPA però, quando l’emergenza prendeva forma, hanno reagito organizzandosi. In Germania si è subito capito che l’Italia purtroppo, in Europa, aveva il primato di affrontare per prima questa crisi e la nostra nazione e il nostro mercato è diventato un osservato speciale. Mi ha colpito anche la sincera preoccupazione dell’azienda verso gli italiani, il nostro popolo. Infatti nei quotidiani contatti con l’azienda la prima domanda che mi viene posta riguarda la nostra situazione. C’è davvero preoccupazione e affetto verso di noi. Io sono nato e cresciuto in alto adige, parlo tedesco e italiano e mi sono sempre sentito un italiano. Oggi sento ancora di più la mia italianità. Sono orgoglioso di essere italiano in questo momento difficile abbraccio tutti gli italiani e vorrei fare qualcosa di più per i miei connazionali. In MIPA percepiscono tutto questo e ci sono vicini. Ovviamente c’è anche il business da portare avanti. In Germania hanno infatti capito subito che la produzione andava protetta. In MIPA ora si lavora in squadre di cinque operai: ogni gruppo di 5 è isolato dagli altri così in caso di contagio solo cinque persone vanno in quarantena e il lavoro prosegue con maggiore sicurezza per le maestranze. E così abbiamo la sicurezza di poter rifornire i nostri clienti oggi ma soprattutto quando si “ripartirà”, quando tutti i provvedimenti per limitare il contagio verranno ritirati.

Durante la fase critica dell’emergenza siete riusciti a mantenere l’operatività di assistenza al cliente?
Nel mese di marzo direi di si. Abbiamo consegnato il 70% degli ordini. Tra l’altro venivamo da un inizio di anno di forte crescita. Il 2020 è partito bene sia come consegne sia come ordini, dimostrando che le politiche commerciali degli ultimi due anni funzionano. Fino a metà marzo abbiamo spedito con frequenza normale, persino nelle isole i posti più complicati per la logistica. Poi ovviamente con le ultime disposizioni il lavoro si è quasi fermato. Mipa Italia è comunque presidiata. Io sono in azienda insieme a un mio dipendente per eventuali ordini urgenti o per assistenza tecnica. Tutti i giorni ho contatti con l’azienda in Germania, ma soprattutto chiamo tutti i clienti. Sono molto preoccupato per la situazione e cerco di informarmi se le loro famiglie sono ben protette. Non si tratta solo di lavoro, con i clienti nel tempo si sono sviluppati dei rapporti personali molto belli. Cerco nel mio piccolo di stare loro vicino anche solo con una telefonata o una videochiamata. A questo punto è aprile a preoccupare e anche maggi. Se tutto rimane fermo sarà veramente difficile che arrivino ordini da evadere. Noi saremo sempre in azienda ma c’è davvero il rischio di uno o due mesi di fermo totale.

La distribuzione dei prodotti si è fermata oppure siete riusciti a mantenere dei canali aperti?
Alcuni nostri distributori hanno i requisiti per rimanere aperti. Non tutti lo sono, ma una parte è operativa e questi siamo pronti per le forniture. Non sarà sicuramente un periodo di grandi ordini. L’importante è che MIPA sul territorio è in parte attiva. A tutti i nostri rivenditori abbiamo segnalato di prepararsi per la ripartenza in modo da essere subito operativi. Anche con il servizio di assistenza che ovviamente in questo momento si può espletare solo al telefono o per canali digitali. IL nostro settore avrà poi un ritardo ulteriore nella fase della ripartenza. I carrozzieri hanno finito tutte le auto che avevano in officina e con la forte riduzione del traffico è difficile che nel primo mese arrivino tante auto. Il nostro settore avrà bisogno di importanti aiuti dallo Stato.

Per la fase post emergenza avete pensato ad azioni per sostenere la filiera distributiva e quella della riparazione?
MIPA ha ben chiaro il problema del mercato e le difficoltà che ci aspettano nei prossimi mesi. Noi partiamo già avvantaggiati rispetto ad alcuni competitor perché non abbiamo ritoccato i listini con il 2020. Con la Germania poi stiamo pensando a delle azioni di aiuto per la ripartenza. Ci stiamo lavorando e vorremmo tendere una mano a chi lavora con noi. Anche in Germania ci tengono moltissimo: lo voglio fare. Dobbiamo solo definire una strategia.

Dopo questa emergenza improvvisa cambierà il vostro modo di lavorare?
Cambierà per tutti il modo di lavorare. Prima di tutto è difficile pensare a una ripartenza tipo stop&go: sicuramente sarà scaglionata e con molte limitazioni che potrebbero ridursi durante l’estate. Tutti gli italiani credo usciranno cambiati da questa emergenza: una cosa mai vista prima e paragonabile a una guerra sia per i danni economici sia purtroppo per i defunti, un numero impressionante che fa riflettere. Sono molto vicino con il pensiero a tutte le persone che hanno perso un proprio o più cari. Una brutta situazione che nessuno avrebbe voluto vivere. Purtroppo ci è capitata e ci cambierà sia nella vita lavorativa sia nella sfera privata. Spesso mi chiedo cosa potrei fare per aiutare il prossimo. Credo che tutto questo potrebbe renderci persino migliori ma a che prezzo.

Che previsioni avete per il mercato 2020: il mercato sarà una “V”. Dopo la caduta una ripresa in verticale?
Quando finirà tutto e dobbiamo valutare ancora l’orizzonte temporale, non si può immaginare che con un colpo di bacchetta magica tutto torni come prima. Mesi di chiusura avranno un impatto devastante sulla ristorazione e il settore del turismo, ad esempio. Tante persone affronteranno mesi di cassa integrazione, i piccoli imprenditori dovranno mettere mano ai risparmi per non veder chiudere le aziende. Insomma la ripresa ci sarà ma sarà più lenta della caduta e cauta. Si torna indietro nel tempo al periodo post crisi del 2007-2008. Bisogna ricostruire di nuovo il mercato e ognuno dovrà stare molto attento ai propri conti. Comunque ripartiremo. Il settore ce la farà. C’è però una cosa che vorrei chiarire. Sui social in questi giorni si percepisce una certa ostilità verso i prodotti tedeschi. Credo che sia un po’ ingiusto generalizzare. Il problema delle mascherine è stato legato a scelte europee e non tedesche e poi alla Cina che aveva bloccato le esportazioni. MIPA ad esempio ora che è possibile esportare sta preparando delle spedizioni verso l’Italia e verso i nostri clienti. Un conto sono le politiche degli Stati ben altra cosa sono le aziende. MIPA e molte altre aziende tedesche sono pronte ad aiutare l’Italia. Anche la Germania cerca di aiutare: ogni giorno vengono trasferiti dei pazienti lombardi verso le rianimazioni tedesche che hanno posto. Anche questo è un modo di essere vici a noi italiani. Questa apertura delle rianimazioni tedesche salva vite, vite che sono più importanti di patti finanziari e spese pubbliche. Sono vite un bene preziosissimo e di questo io ringrazio i tedeschi, mi metto nei panni dei parenti che vengono accolti per essere curati: loro pensano solo alla vita dei loro congiunti.

a cura di Renato Dainotto - Foto PHOTO-R