Perché uno speciale sull’occupazione in carrozzeria
Oggi il settore della carrozzeria sta correndo verso una crisi che rischia di mettere in ginocchio molte officine. Non c’è evento, incontro o raduno di carrozzieri in cui non emerga il tema principale: trovare personale qualificato. Da Nord a Sud, le carrozzerie faticano a reperire verniciatori, lattonieri e montatori/smontatori, figure tecniche ormai ad alta specializzazione.
Le cause della crisi occupazionale
Le radici del problema affondano lontano. Dagli anni ’80 in poi, il sistema scolastico ha progressivamente ridotto l’importanza degli istituti professionali, privilegiando licei e percorsi teorici. I genitori, desiderosi del meglio per i figli, hanno spesso escluso la formazione tecnica, credendo che l’università fosse la sola strada verso il successo.
Il risultato? Le scuole professionali sono state depotenziate, trasformandosi da accademie dell’artigianato in un rifugio per studenti considerati “problematici”. Questo ha compromesso sia la qualità dell’insegnamento, sia la motivazione dei ragazzi naturalmente portati per i mestieri manuali.
Un problema che tocca molti settori
La crisi dell’occupazione non riguarda solo la carrozzeria: anche alberghi, ristoranti, parrucchieri e pasticcerie affrontano la stessa difficoltà nel reperire manodopera qualificata. Tuttavia, per la carrozzeria la situazione è ancora più critica. Le strutture necessarie per la formazione pratica sono costose e i materiali di consumo pesano sui bilanci scolastici. Formare un carrozziere costa molto più che formare un meccanico.
L’immagine del carrozziere oggi
Un altro fattore penalizzante è la percezione errata che molti genitori hanno del settore. Le carrozzerie di oggi non sono più ambienti sporchi e rumorosi, ma officine moderne, digitalizzate e ad alta tecnologia. Tuttavia, questa immagine non è ancora diffusa, e molti giovani non considerano il mestiere del carrozziere una carriera interessante.
Pochi giovani e formazione insufficiente
I ragazzi che scelgono la carrozzeria sono pochi, e spesso escono dalle scuole con una preparazione incompleta, “a tre cilindri”, come dicono gli operatori del settore. Molte aziende, invece di formarli, li impiegano in mansioni marginali, non comprendendo che investire in un giovane è come acquistare un nuovo macchinario: il ritorno arriva nel tempo.
Gli imprenditori lungimiranti
Fortunatamente, ci sono carrozzieri che credono nei giovani e investono nella formazione professionale, collaborando con corsi e iniziative locali per inserire nuovi talenti nel mondo del lavoro. Sono i veri protagonisti di questa fase difficile, capaci di garantire un futuro al settore.
Guardare al futuro: il ricambio generazionale
Oggi la forza lavoro nelle carrozzerie ha un’età media elevata: molti operatori hanno tra i 50 e i 60 anni. Quando arriverà il momento delle pensioni di massa, le aziende rischieranno di chiudere per mancanza di personale o di dover affrontare una concorrenza spietata per accaparrarsi i pochi tecnici disponibili.
È il momento di prepararsi al cambiamento, investendo nella formazione dei giovani e nel rilancio del lavoro artigianale.
Conclusione
Ecco perché Car Carrozzeria ha dedicato uno Speciale sull’occupazione in carrozzeria: per accendere i riflettori su un tema cruciale e stimolare una riflessione collettiva. Solo valorizzando la formazione tecnica e la cultura del lavoro si potrà garantire un futuro solido a un mestiere che resta un pilastro del settore automotive.
a cura di Renato Dainotto - Foto Photo-R

				
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