Carteggiatura

Robot in carrozzeria: esiste ed è un COBOT

L’ultima novità per la carrozzeria non ha ancora un nome: la chiamano per specie, ovvero Cobot, un robot di assistenza al lavoro dell’uomo che in questo caso aiuta a preparare la carrozzeria carteggiando le superfici. Addio ai preparatori? No, c’è ancora tanta strada da percorrere, ma…

Quando si dice il tempismo. È appena andato in distribuzione il numero 4 di Car Carrozzeria con l’Editoriale che ironizza sul futuro visto da Asimov, e quello veramente si sta palesando con l’Intelligenza Artificiale. Un futuro in cui, nell’Editoriale, ipotizzo un pericolo maggiore per il lavoro intellettuale che per quello manuale, dove la robotica non è ancora in grado di soppiantare l’artigiano: ed ecco che Norton Saint-Gobain presenta il suo Cobot, un braccio robotico per automatizzare le operazioni di carteggiatura. Smentito dai fatti? Sì, ma solo in piccola parte. Perché quando ho scritto l’Editoriale sapevo benissimo che si stavano sviluppando soluzioni robotiche anche per lucidare.

COBOT, CHI SEI?

Cobot, possiamo definire con questa parola la specie di robot. In questo caso parliamo di robot collaborativo ovvero che lavora con l’uomo, a stretto contatto, senza necessità di protezioni. Si stratta di robot antropomorfi, quindi niente sembianze umane ma semplicemente uno o più bracci per effettuare il lavoro con fino a 6 gradi di libertà (secondo la complessità della macchina): 3 di traslazione (avanti-indietro, sopra-sotto, sinistra-destra) e 3 di rotazione. I Cobot svolgono il lavoro grazie a istruzioni che non vengono impartite prima dell’inserimento sulla linea di produzione bensì appena prima dell’applicazione (come nel caso del Cobot Norton Saint-Gobain), sulla base dei movimenti e delle istruzioni fornite dall’operatore umano: il Cobot li memorizza e li esegue grazie ai sistemi di interpretazione dei dati provenienti dai sensori. Non sono autonomi, non possono causare pericoli agli uomini con cui interagiscono e per lavorare hanno appunto bisogno di informazioni fornite dall’uomo. Riescono però a ridurre la fatica dell’operatore e aumentano la produttività. I Cobot sono in sviluppo da oltre 20 anni e iniziano a vedere le prime applicazioni anche in campo non prettamente industriale, come appunto ora la carrozzeria.

LA PROPOSTA NORTON

Presso Autocenter Arese abbiamo avuto la possibilità di vedere al lavoro il Cobot sviluppato da Saint-Gobain per Norton. Un braccio antropomorfo che svolge il lavorio di carteggiatura in sintonia con un preparatore. Sintonia. Attenzione, perché questo termine è stato scelto appositamente. Per la dimostrazione dedicata a Car Carrozzeria (di cui siamo molto grati) siamo stati assistiti da Axel Sangalli (Responsabile Tecnico Norton) e Alessio Pieroni (Product Manager). Vanno elogiati perché sono stati molto bravi nello spiegare concetti molto difficili e nel mostrarci il funzionamento con grande apertura alle eventuali domande o critiche. Ecco, per fortuna gli uomini fanno ancora una GRANDE differenza!

COME FUNZIONA

Premessa doverosa: la facilità di utilizzo e programmazione è sorprendente. Qualsiasi preparatore è in grado di usarlo in autonomia e Norton Saint-Gobain si occupa della formazione direttamente sul campo. In sostanza l’operatore deve prendere per mano il terminale del braccio e indicare i 4 punti di confine: questi circoscrivono l’area all’interno della quale il Cobot carteggerà. Niente di più semplice. Nel nostro caso, per il test si era scelto di fare mezzo tetto per volta. Poi sempre l’uomo sceglie sul pannello di controllo forza di pressione esercitata (variabile, il cobot incrementa progressivamente la pressione di carteggiatura per compensare
il calo di taglio dell’abrasivo e sfruttarlo al massimo), la direzione della carteggiatura e la velocità di rotazione. Poi si dà il via e il Cobot attacca a lavorare con precisione e “dedizione”. Il Cobot infatti esegue il lavoro secondo le indicazioni. Nel nostro test l’uomo lavorava con lui, andando a carteggiare le aree che al momento sono difficili da lavorare per il Cobot e rifinendo eventuali punti in cui era necessario l’intervento artigiano. Ecco, qui c’è tutto l’essere del Cobot. Attenzione, l’interazione può essere anche maggiore. L’operatore può anche prendere “per mano” il Cobot e guidare la testa levigante sulla carrozzeria senza alcuno sforzo. Anche questo è un aspetto interessante. Qui oltre che di sintonia si può parlare di sinergia. Quindi il Cobot oggi cosa può fare?

UNA BUONA PARTENZA

Il Cobot “carteggiatore” è un grande punto di partenza verso un futuro migliore per chi ogni giorno prepara le vetture. Spesso i verniciatori dicono scherzando che verniciare è il piacere e preparare è una noiosa e faticosa pratica preliminare. Con il Cobot si può rendere più veloce e meno faticosa la preparazione di alcune parti di vettura come tetti (scomodi, specie con i SUV) e cofani. Sulle fiancate c’è ancora da lavorare, probabilmente. A chi serve il Cobot? Non alle carrozzerie medio-piccole ma a quelle grandi e strutturate. Penso a chi fa ripristino usato in volumi industriali o grandi numeri con la grandine, ma nel futuro chissà. Oggi il Cobot è un punto di partenza, un po’ come è stato il tintometro automatico anni fa. Non serve a tutti e forse nemmeno a molti, ma piano piano… Vi ricordate i primi telefonini? Ecco…