Attualità

Un primo MATTONE per “Ricostruire per Riparare”

Abbiamo incontrato le anime, il cuore e i cervelli dell’operazione: Renato Gallo e Lorenza Patruno

https://ricostruireperriparare.starteed.com/it/crowdfunding. Questo è l’indirizzo web per donare fondi a “Ricostruire per Riparare”. L’operazione nata per dare un aiuto concreto ai riparatori che hanno subito danni durante il terremoto dell’agosto 2016. Per farci aggiornare e raccontare su questo importante progetto, di cui Car Carrozzeria è media partner, abbiamo incontrato le anime, il cuore e i cervelli dell’operazione: Renato Gallo e Lorenza Patruno, che per primi hanno dato fuoco alla miccia della solidarietà e hanno saputo accogliere lungo il percorso altre persone con voglia di “fare”

 

Di posare un mattone dietro l’altro per una ricostruzione rapida anche nel settore della riparazione che per le istituzioni e per i principali sostenitori non può essere una priorità. È chiaro che queste figure devono provvedere per prima cosa a ridare un tetto agli abitanti. Sono poi operazioni come “Ricostruire per Riparare” che devono dare un aiuto concreto a riaccendere il motore del lavoro affinché queste aree non si spopolino dei giovani. Questo è infatti un pericolo concreto: è giusto dare le case ma è altrettanto necessario dare un futuro sul posto ai giovani, affinché non debbano lasciare la loro terra per provvedere al futuro.

Ci siamo lasciati all’Autopromotec con la presentazione del progetto “Ricostruire per Riparare”: a quale stadio siamo arrivati, signor Gallo?

«Di strada ne è stata fatta tanta e non pensavo davvero che ci fossero tante cosa da fare, la burocrazia porta sempre via tanto tempo. Ci eravamo dati l’obiettivo di dare vita alla struttura organizzativa titolata per raccogliere i fondi e ormai ci siamo. Prossimamente comunicheremo in via ufficiale la nascita dell’organizzazione titolata a questo lavoro e intanto abbiamo predisposto tutto, cercando di creare una struttura che renda facile e veloce l’operazione della donazione. Oggi il mondo corre velocissimo, tutti lottano con il tempo e gli impegni e abbiamo capito che un’operazione come questa deve seguire regole precise anche di gestione oltre che di comunicazione. Per questo ci siamo appoggiati a una società di eccellenza che opera a Torino e che ha già lavorato sul fronte della raccolta fondi pro-terremotati con partner come Tim, Corriere della Sera e LA7».

Cosa intendete per velocità e facilità di donazione?

«Quando abbiamo iniziato a pensare alla parte pratica dell’operatività ovvero a come raccogliere le donazioni abbiamo incontrato le prime vere difficoltà. Usare un semplice sistema bonifico via Iban si è subito dimostrata una soluzione “vecchia”, lenta, direi faticosa per un eventuale donatore. Così ci siamo guardati attorno e abbiamo guardato quello che hanno fatto gli altri e abbiamo capito che ci serviva una piattaforma collaudata, un sistema pratico che avesse già avuto successo. Così abbiamo preso contatti con la Starteed Group e subito ci siamo sentiti in sintonia».

Dunque esiste una piattaforma pensata per raccogliere le donazioni?

«Esatto, anche se non abbiamo ancora fatto la comunicazione ufficiale del progetto e dobbiamo ancora incontrare alcune aziende che sono interessate anche a una sponsorizzazione della piattaforma delle donazioni, siamo già online con il nostro “sito” di raccolta dei fondi (https://ricostruireperriparare.starteed.com/it/crowdfunding). È già tutto operativo e con pochi click è possibile donare e i soldi finiscono direttamente con la massima trasparenza nel conto dell’operazione che è legato alla partiva IVA e alla posizione all’Agenzia delle entrate della Onlus, che presto renderemo pubblica attraverso una pesante campagna di comunicazione con l’aiuto di Car Carrozzeria ma anche cercando di coinvolgere la stampa generalista con quotidiani, periodici, tv e radio».

Avete fatto dei sopralluoghi nelle aree terremotate?

«Sì, siamo appena stati ad Amatrice per incontrare alcuni riparatori e abbiamo visto una situazione che le immagini televisive rendono solo in parte. La distruzione è tale da produrre un groppo alla gola e questo ci fa capire quanto sia importante questa operazione e come sia altrettanto importante che chi opera nel nostro settore capisca che c’è gente che in una manciata di secondi ha perso tutto, la casa, il lavoro, persone care… una vera tragedia. Ma questo ci ha fatto capire anche che “Ricostruire per Riparare” non può, anzi non deve essere legato solo a questo terremoto, deve diventare una cosa strutturata e pronta a intervenire ogni volta che si presenti all’orizzonte una tragedia».

In che senso strutturata e pensata anche per il futuro?

«I recenti episodi di cronaca ci hanno fatto riflettere. Scosse di terremoto a Vicenza, per fortuna senza danni, un altro sisma in Centro Italia e l’alluvione di Livorno. L’attenzione non deve fermarsi a un singolo episodio. Ci piacerebbe creare una rete di sorveglianza sul territorio, per monitorare immediatamente in seguito a un disastro eventuali attività riparative danneggiate per poi procedere con una catena di solidarietà. Bisogna rendersi conto che in Italia faremo i conti per anni con questi episodi distruttivi e che è necessario un sistema parallelo di aiuto che intervenga là dove lo Stato si ferma per ovvi motivi di precedenza nell’intervento. Una realtà di autoriparatori pensata per gli autoriparatori. Questo è un nostro obiettivo e che già ora ci ha portato ad allargare l’azione. E presto comunicheremo come abbiamo intenzione di procedere nei prossimi mesi».

 

Ricordiamo che tutto questo è nato pochi mesi fa proprio grazie alla sensibilità di Renato Gallo, titolare della Carrozzeria Alma 2000, che si è immedesimato subito nella sofferenza delle persone colpite dal terremoto e ha saputo coinvolgere tanti attori importanti oltre ai suoi collaboratori, come Lorenza Patruno di AutoDigest. Citiamo, ad esempio, la Regione Piemonte, l’Associazione Volontari Alpini di Protezione Civile, l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco, l’Associazione Nazionale Polizia di Stato, la direzione della fiera Automotoretrò, l’Associazione Cuochi Torino, Federperiti, La Tutela del Giusto, associazione dei consumatori tutti stretti intorno ai carrozzieri e alle realtà promotrici del progetto “Ricostruire per Riparare”. Federperiti è stata di grande aiuto, in quanto il suo presidente, il Dott. Zaffarana, ha dato da subito il suo contributo fattivo, chiamando a raccolta e mettendo subito in operatività i periti specializzati in infortunistica stradale delle zone colpite dal terremoto, per stilare un censimento dello stato delle carrozzerie e officine danneggiate dai moti sismici e per creare una mappatura dettagliata delle esigenze reali. Ma la strada da percorrere è ancora lunga e il cammino è appena iniziato.

 

Abbiamo provato a fare una donazione

«Quando ho incontrato Renato Gallo per visionare la piattaforma della Starteed sono rimasto impressionato dalla professionalità e dalle competenze dello staff di Starteed che mi ha illustrato il funzionamento della loro “creatura” e cosa hanno fatto nel passato recente sia per raccogliere donazioni sia per il crowdfunding. Claudio Bedino e Nawel Faysal sono stati davvero bravi nel far comprendere come funziona il sistema e come lo hanno progettato. Bravi perché sono tecnici competenti, lo dimostra il risultato, ma anche comunicatori eccellenti che hanno preferito una spiegazione da uomo di strada al linguaggio a uso e consumo dei soli informatici. Ma che dire, io sono della vecchia scuola e siccome avevo promesso ad Autopromotec che sarei stato tra i primi 5 a donare qualche euro, non mi sono tirato indietro e come San Tommaso ho voluto mettere il dito nella piattaforma. Carta di credito, pochi passaggi e via, la donazione è stata registrata: soldi nel conto corrente del progetto, conferma web della transazione, mail di ricevuta e presenza nel “wall” dei donatori sulla piattaforma. Quanto ho donato? Prima di scrivere queste righe ho pensato e ripensato se fosse giusto, elegante e corretto rivelarlo. Poi una riflessione: in Italia ci sono circa 12mila carrozzerie, se tutte versassero quanto ho messo io si arriverebbe a molto di più di quanto si spera e prevede di raccogliere. La mia donazione? Per me una goccia. Il singolo versamento è una goccia… Certo. Ma l’Oceano non è forse fatto di gocce? Se dalle aziende è giusto attendersi molto di più spero che ogni riparatore faccia altrettanto. Una piccolo aiuto, ma concreto…». Renato Dainotto