L’indice di carVertical prende in considerazione 25 Paesi e indaga la trasparenza dei mercati per l’acquisto di un veicolo usato. In Italia persistono le pratiche di riduzione del contachilometri
Frodi sul contachilometri e danni nascosti: una realtà del mercato dell’usato delle auto in Italia e un fenomeno che non accenna a cambiare nel breve periodo. Ma quali sono i Paesi più a rischio per l’acquisto di un veicolo usato?
carVertical svela i risultati del suo studio annuale sulla trasparenza del mercato delle auto usate. Considerando 6 criteri principali[1], lo studio stila una classifica di 25 Paesi in ordine decrescente di trasparenza: l’Italia si posiziona al secondo posto, mantenendo la posizione raggiunta nel 2024 e dietro al Regno Unito. Tra i paesi più vicini, la Svizzera si è classificata al quarto posto e la Francia al quinto.
Trend in Italia: le riduzioni del chilometraggio e i danni nascosti rimangono un problema
Lo studio di carVertical ha rivelato che in Italia si vendono ancora auto con chilometraggio manipolato: nell’ultimo anno, il 2,9% dei veicoli controllati nel Paese ha presentato contachilometri truccati e, in media, il chilometraggio è stato ridotto di 69.800 km.
“Quando acquistano un’auto usata, gli automobilisti hanno spesso determinate aspettative riguardo al chilometraggio: c’è chi desidera un modello con meno di 100.000 km, mentre per altri il limite è di 200.000 km. Le auto con un chilometraggio elevato sono più difficili da vendere, quindi i venditori disonesti abbassano il contachilometri per rendere il veicolo più attraente e aumentare così i profitti”, afferma Matas Buzelis, esperto del settore automobilistico di carVertical.
Il mercato italiano è influenzato anche dalle importazioni: il 20,6% delle auto analizzate proviene infatti dall’estero; purtroppo, i veicoli importati presentano con maggiore frequenza chilometraggi manomessi o danni nascosti.
L’età media delle auto controllate in Italia è stata di 8,8 anni, leggermente superiore a quella del 2024 (8,4 anni), a dimostrazione del fatto che gli acquirenti italiani tendano a preferire veicoli leggermente più vecchi.
Inoltre, secondo lo studio, il 12,6% dei veicoli in Italia presentava danni registrati[2], con un valore medio dei sinistri pari a 7.100 euro. Un fattore importante che contribuisce a mantenere basso questo dato è la limitata disponibilità di registri storici dei danni in Italia, causa di notevoli problemi agli acquirenti di veicoli di seconda mano e ai rivenditori nel Paese. Si evidenzia, infatti, come la pubblicazione e l’accesso trasparente a questi dati rappresenterebbero un passo fondamentale per tutelare i consumatori, migliorando la sicurezza del mercato dell’usato non solo in Italia ma in tutta Europa. La situazione attuale, che consente la consultazione di questi dati solo ad alcune istituzioni governative, crea un mercato grigio in cui aumentano i rischi di frode e i truffatori riescono a manipolare facilmente i dati a proprio vantaggio. Rendere questi dati accessibili al pubblico significherebbe rafforzare la trasparenza e proteggere l’interesse pubblico a livello nazionale e internazionale.
I mercati più trasparenti: Regno Unito, Italia e Germania
Il Regno Unito si riconferma al primo posto nell’indice di trasparenza. Solo il 2,3% delle auto aveva il contachilometri manomesso e solo il 17% presentava danni registrati. Essendo uno dei pochi paesi europei in cui si guida a sinistra, il Regno Unito dipende meno dalle importazioni: con solo il 2,3% dei veicoli provenienti dall’estero, i rischi per gli acquirenti locali rimangono relativamente bassi.
Italia, Germania, Svizzera e Francia completano la classifica dei cinque mercati più trasparenti. La Svezia, che lo scorso anno occupava il quinto posto, è scesa al decimo posto a causa dell’aumento delle importazioni, del maggior numero di auto danneggiate e dei tassi più elevati di manipolazione del chilometraggio. Il Portogallo è un altro Paese che ha registrato un calo significativo nella classifica, finendo al 16° posto rispetto all’11° dell’anno precedente. La Croazia ha invece mostrato il miglioramento più significativo, passando dal 15° all’11° posto.
“I mercati più trasparenti si trovano nell’Europa occidentale e scandinava, principalmente grazie alla minore dipendenza dalle importazioni, agli standard di vita più elevati e alla maggiore trasparenza dei dati relativi al settore automobilistico. Più un Paese importa automobili e più la sua situazione economica è difficile, infatti, maggiori sono i rischi di frodi sul contachilometri e di danni nascosti. I Paesi scandinavi sono anche all’avanguardia nell’offrire un certo grado di trasparenza dei dati agli acquirenti di veicoli”, spiega Buzelis.
I mercati dell’Europa orientale rimangono i più rischiosi
I cinque Paesi meno trasparenti rimangono invariati rispetto allo scorso anno. L’Ucraina si trova all’ultimo posto, seguita da Lettonia, Lituania, Romania ed Estonia. Questi mercati condividono caratteristiche comuni: un’alta percentuale di veicoli importati, un parco auto più vecchio, una diffusa pratica di riduzione del chilometraggio e un’alta percentuale di auto con precedenti danni.
“Molte auto importate nell’Europa orientale hanno già percorso molti chilometri. Per ottenere un guadagno rapido, i venditori spesso abbassano il contachilometri, nascondono i danni o occultano la storia dell’auto. Questi veicoli tendono a rompersi più spesso, quindi invece di risparmiare comprando un modello usato, spesso i guidatori finiscono per spendere molto più del previsto. È davvero difficile seguire il movimento delle auto usate oltre confine, e questo è il motivo principale per cui alcuni veicoli vengono manomessi”, dice Buzelis.
In Ucraina, il 9,5% delle auto aveva il chilometraggio modificato, in Lettonia il 10,8%, in Lituania il 7%, in Romania il 7,5% e in Estonia il 5,9%. Le importazioni variavano dal 61% in Romania al 78% in Ucraina.
Secondo Buzelis, la mancanza di uno scambio sistematico di informazioni tra i Paesi e l’assenza di una strategia armonizzata a livello europeo per il monitoraggio delle vendite di veicoli rendono difficile la tracciabilità di alcuni dati chiave, come il chilometraggio o eventuali danni subiti dai veicoli. Questo scenario può favorire pratiche poco trasparenti nel mercato dell’usato.
Lo studio completo è disponibile qui: https://www.carvertical.com/it/transparency-index
[1] Lo studio di trasparenza del mercato ha analizzato i report acquistati dai clienti tra settembre 2024 e agosto 2025 ed è stato calcolato sulla base di sei indicatori: percentuale di contachilometri con letture falsificate; chilometraggio medio falsificato (in chilometri); percentuale di auto danneggiate; valore medio dei danni; percentuale di auto usate importate; età media delle auto controllate.
[2] Dato parziale e relativo solo alle fonti monitorate da carVertical; in Italia l’accesso alla documentazione completa dei danni non è disponibile per nessun servizio di controllo dello storico.

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