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Carrozzieri al tempo del Covid: Carrozzeria Autobruognolo

Autobruognolo è un’importante realtà della riparazione auto del capoluogo campano, Napoli. Dalle sue strutture, ogni giorno, transitano anche moltissime vetture di medici, infermieri, forze dell’ordine e altri servizi di pubblica utilità.

Quindi, Salvio, nessuno stop al lavoro?
«Per questo – ci dice Salvio Bruognolo – siamo rimasti sempre aperti. In tutto il periodo di fase 1 e fase 2 abbiamo gestito i veicoli degli enti: Enel, Poste Italiane, forze dell’ordine, veicoli sanitari, auto dei medici e di qualche cliente con il quale avevamo già aperto il sinistro. Ci siamo sempre occupati di ritirare e riconsegnare a domicilio il veicolo tramite carro attrezzi, effettuando la sanificazione di tutti i mezzi con prodotti a base alcoolica e trattamento all’ozono».

Per la Fase 2 avete fatto modifiche alla carrozzeria?
«L’unica differenza tra il nostro modo di lavorare prima e adesso è stata l’introduzione delle mascherine, le visiere per gli accettatori, l’uso di un termoscanner e il gel. Noi abbiamo sempre organizzato le postazioni di lavoro ben distanziate e anche in accettazione gli spazi sono ampi».

E avete avuto problemi a ricevere le vernici? E i ricambi?
«Sì, ci sono stati problemi con alcune case costruttrici che avevano chiuso completamente, ma ci siamo dati da fare per cercare pezzi in tutta Italia, anche presso magazzini con i quali di solito non lavoriamo. Sulla base delle notizie che pervenivano dalla Lombardia ci eravamo già organizzati facendo scorta a terra per affrontare l’intero periodo».

Nel periodo “morto” avete usato il tempo per attività diverse?
«Lavorando esclusivamente su appuntamento e servizio delivery, al personale di accettazione abbiamo riservato delle attività di formazione e riorganizzazione delle mansioni che ci hanno portato una maggiore efficienza nei processi interni: velocizzando gli spostamenti delle auto, dei ricambi, l’entrata e l’uscita dalle postazioni».

E cosa prevedete in termine di lavoro per i prossimi mesi?
«Questa esperienza ci ha insegnato a lavorare a vista, senza programmarci sul lungo periodo, una necessità dettata dall’incertezza di questa situazione. C’è comunque un grande ottimismo perché le cose possano tornare presto alla normalità».

a cura di Simone La Rocca