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Consorzio Carrozzerie Artigiane: “Uniti e informati si è più forti”

Per non essere "schiacciati" dalle Assicurazioni i carrozzieri devono essere sempre ben informati e devono a loro volta informare i loro clienti

Consorzio Carrozzerie Artigiane ha sede a Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, e raccoglie gli associati del territorio. Oggi il Consorzio ha come presidente Valdemaro Cervetri, succeduto a Lorenzo Turrini, che insieme agli altri carrozzieri del consiglio e agli associati dedica sforzi, tempo ed energie ad un gruppo che ha ormai raggiunto i 20 anni di attività. Ad accomunare i carrozzieri di questo consorzio è la consapevolezza che fare il carrozziere è un lavoro impegnativo che richiede passione, inventiva, ma anche investimenti importanti, formazione, strumenti al passo con l'evoluzione dell'auto, oltre a molte assunzioni di responsabilità, visto che è il carrozziere il responsabile della riparazione. Altro “collante” di questo consorzio è la volontà di essere uniti quando occorre confrontarsi con grandi organizzazioni come assicurazioni e flotte di noleggio. “Queste aziende sono brave a gestire rapporti politici e a influenzare i percorsi normativi, mentre dall’altra parte i carrozzieri spesso affrontano questi problemi disuniti. Anzi si uniscono quando il momento è grave, quando c’è il rischio che la situazione sfugga di mano, salvo poi tornare sui binari singoli appena l’emergenza rientra e torna a girare più lavoro», spiega il Presidente Cervetri.

Il “Consorzio Carrozzerie Artigiane” è stato fondato nel 1997 con 150 iscritti e Raffaello Tempesti come Presidente. Erano i tempi dell’abolizione del tempario ANIA e di fatto l’inizio della stagione calda della carrozzeria. Gli iscritti oggi si sono leggermente ridotti, sia per il mancato ricambio generazionale al traguardo della pensione sia per l’arrivo delle carrozzerie fiduciarie, ma il Consorzio continua anche oggi a difendere la professionalità della carrozzeria e l’indipendenza dalle assicurazioni e dai relativi accordi fiduciari. “Non si può solo puntare al taglio del costo della riparazione, a perseguire l’interesse dell’assicurazione che punta a massimizzare la riduzione del costo sinistro”; afferma Cervetri, “la canalizzazione, secondo la nostra opinione, porta il carrozziere a una sorta di pericolosa dipendenza che può sfociare in esiti drammatici. Se oggi il carrozziere fa il salto necessario che lo fa diventare imprenditore oltre oltre che artigiano, come può pensare di legare il futuro della sua impresa alla canalizzazione del lavoro?

Negli anni il Consorzio ha supportato i propri associati con studi, analisi del settore e pubblicazioni, (anche in collaborazione con le associazioni di categorie), con l'obiettivo di dare gli strumenti necessari per poter affrontare le questioni più spinose. Tra questi il Documento di rilevazione degli adempimenti obbligatori nelle carrozzerie, delle relative sanzioni, dei rischi penali e delle spese da sostenere per il rispetto delle leggi e una corretta gestione aziendale, che è stato molto apprezzato dai carrozzieri. Oggi infatti il carrozziere deve veramente assolvere a tanti obblighi e spesso non sa o non si rende conto che rischia sanzioni penali. Per rendere più facile la consultazione del fascicolo informativo sono stati usati tre colori: rosso per i rischi di sanzione più gravi, giallo per quelle che comunque comportano multe salate e verdi per quelle meno insidiose».

Il Consorzio è inoltre fortemente impegnato nella corretta informazione verso i clienti, che spesso non sono a conoscenza delle clausole vessatorie dei contratti assicurativi che hanno firmato. Tale azione di sensibilizzazione si è concretizzata con la distribuzione di opuscoli nelle carrozzerie (come quello intitolato “Quello che loro non dicono…”) ma anche con il supporto diretto al cliente.

Per associarsi al Consorzio basta rispettarne lo statuto e non essere carrozzerie fiduciarie, pagando una “simbolica” quota annuale di poche decine di euro. “Il consorzio serve e va preservato”, conclude il Presidente, “soprattutto ora che c’è un po’ più di lavoro e la lotta con le assicurazioni sta vivendo una strana tregua”.