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Nel 2016 spesi in Italia 175,8 miliardi per gli autoveicoli

Secondo uno studio dell’Osservatorio Autopromotec, nel 2016 sono stati spesi in Italia 175,8 miliardi per gli autoveicoli: il 10,5% del PIL. Manutenzione e riparazioni assorbono più di un quinto della spesa globale e cioè 36,6 miliardi

Nel 2016 le famiglie e le imprese italiane hanno speso 175,8 miliardi di euro per l’acquisto di autoveicoli (autovetture, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus). Questa imponente spesa è superiore del 2,6% alla spesa corrispondente relativa al 2015 e poiché questo tasso di incremento è più elevato di quello della crescita complessiva dell’economia, aumenta anche la sua incidenza sul pil che passa dal 10,41% del 2015 al 10,50%. La stima è stata fatta dall’Osservatorio Autopromotec, che è la struttura di ricerca di Autopromotec, la più specializzata rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico, che si aprirà il 24 maggio alla fiera di Bologna.

Come mostra la tabella, tra il 2015 e il 2016, tutte le voci di spesa sono aumentate con la sola eccezione di quelle relative al carburante e alle coperture assicurative. Venendo alle singole voci, la graduatoria è guidata dall’esborso per i carburanti, che nel 2016 sono costati agli italiani ben 50,6 miliardi con un’incidenza complessiva sul totale della spesa del 28,8%. Rispetto al 2015 vi è un risparmio notevole (-8,9%) dovuto alla diminuzione dei prezzi alla pompa di benzina e gasolio in seguito al calo del prezzo del greggio e in presenza di un andamento dei consumi in lieve flessione (-0,9%).

La seconda voce di spesa per importanza è quella relativa agli acquisti di autoveicoli a cui sono stati destinati ben 45 miliardi contro i 37 del 2015. Come si vede, l’incremento è notevole (+21,8%) ed è dovuto alle crescite delle immatricolazioni di autovetture (+15,9%), veicoli commerciali (+49%), veicoli industriali (+52,2%) e autobus (+18,6%). Come è noto, la ripresa del mercato delle autovetture, è sostenuta dal fatto che la forte domanda di sostituzione accumulata negli anni più duri della crisi sta esercitando una forte pressione sui proprietari di vetture, che, in presenza di prospettive moderatamente positive per l’economia italiana, sono tornati a utilizzare parte dei loro risparmi ed anche finanziamenti per acquistare nuove auto. Per i veicoli per trasporto di merci e di persone, la spinta della domanda è esercitata dagli stessi fattori; ma è anche sostenuta da agevolazioni fiscali come quelle previste dalla nuova Sabatini e dai superammortamenti.

Terza voce per importanza è quella per la manutenzione e le riparazioni che assorbono più di un quinto della spesa globale e cioè 36,6 miliardi nel 2016, contro i 35,2 del 2015. L’incremento tra i due anni è del 3,9% ed è dovuto a diversi fattori tra cui i più importanti sono l’esecuzione di operazioni di manutenzione rimandate durante la crisi, l’incremento del parco circolante, e in lieve misura, anche la crescita dei prezzi.

Al quarto posto nella graduatoria della spesa, troviamo l’esborso per i premi di assicurazione r.c.a., incendio e furto. Nel 2016, le famiglie e le imprese italiane hanno pagato per l’auto alle compagnie di assicurazione 17,9 miliardi. E’ una cifra rilevante, ma inferiore del 3,5% ai 18,6 miliardi spesi nel 2015. Il calo si inserisce in un andamento virtuoso che è in atto da diversi anni ed è dovuto essenzialmente al buon andamento della sinistrosità sia in termini di numero di incidenti che di danni alle persone e alle cose. Come è ben noto, l’andamento positivo degli incidenti della strada è dovuto a diversi fattori tra cui il miglioramento della sicurezza attiva e passiva degli autoveicoli, gli interventi sulle infrastrutture (tra cui in particolare la realizzazione di rotonde), l’introduzione della patente a punti e il miglioramento dell’efficacia dei controlli sul rispetto del codice della strada.

Passando alle “voci minori”, nella lista della spesa troviamo i ricoveri e i parcheggi a cui vanno ben 8 miliardi con un incremento sul 2015 dell’1,9%. Seguono i pedaggi autostradali che hanno assorbito 7,7 miliardi con una crescita del 4,38% sul 2015 dovuta ad una intensificazione del traffico ed, in misura modesta, anche ad adeguamenti tariffari. Penultime in graduatoria sono le tasse automobilistiche non inglobate nel costo di beni e servizi (soprattutto il bollo) che hanno dato al sistema un gettito di 6 miliardi (+1,5%). Il cahier de doléances degli utenti di autoveicoli si chiude poi con i pneumeatici a cui nel 2016 sono stati destinati 3,8 miliardi (+3,9%). Per completezza, va detto che il conto della spesa degli autoveicoli non comprende le multe, gli oneri finanziari per gli eventuali acquisti dilazionati e, per il trasporto merci, le retribuzioni del personale. Nonostante questa non trascurabile esclusione, dallo studio dell’Osservatorio Autopromotec emerge con grande chiarezza che il peso del trasporto su gomma sull’economia del Paese è di assoluto rilievo.