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ANFIA, la voce della filiera in tempo di Covid-19 #iostoconlafilieraautomotive

In piena emergenza Coronavirus, ANFIA è sempre molto attiva: dalle iniziative e gli aggiornamenti per i soci, ai confronti e i dialoghi con le istituzioni a sostegno del settore. Ci aggiorna sulle novità il direttore dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, Gianmarco Giorda #iostoconlafilieraautomotive

Di fronte all’emergenza sanitaria che il nostro Paese insieme con il resto del mondo sta vivendo in questi drammatici giorni, ANFIA, l’Associazione che rappresenta la filiera automotive italiana, ha messo in campo tutte le proprie forze per riuscire a mantenere attivo il proprio ruolo di riferimento per il settore, valutando con attenzione gli effetti della diffusione e gli impatti delle misure ministeriali adottate per contenere l’epidemia, sulle aziende del comparto.

Di questo e altro, abbiamo parlato con Gianmarco Giorda, direttore di ANFIA, che ha confermato alla nostra redazione l’impegno dell’associazione sin dai primi giorni dell’emergenza Covid-19: “Ci siamo mossi fondamentalmente su due livelli: dapprima proponendo una serie di emendamenti sul Decreto Cura Italia, che verrà convertito probabilmente entro metà aprile. Quindi, poiché le misure previste sono indirizzate sostanzialmente alle piccole aziende, stiamo lavorando per cercare di estenderle alle aziende medio-grandi, per gran parte escluse dai provvedimenti. Sul Cura Italia ormai le possibilità di intervenire in maniera mirata sono poche, perché ha uno stanziamento quasi del tutto blindato e non può prevedere risorse in più. Poi, stiamo lavorando per individuare una serie di proposte relative al decreto di cui si sente parlare da qualche giorno, che aspettiamo per metà aprile e che dovrebbe avere uno stanziamento superiore al Cura Italia: si parla di 50 miliardi di euro. In questo vorremmo inserire misure a breve e medio termine per il comparto. Giovedì 2 aprile si è tenuto un comitato direttivo con i rappresentanti della componentistica auto, con i quali abbiamo iniziato a pianificare un pacchetto di misure che riguardano soprattutto il supporto alla liquidità.

EMERGENZA LIQUIDITÀ
Oggi la liquidità è l’esigenza principale da parte delle aziende del settore e non solo: “Disporre del cash per resistere nei prossimi mesi, in mancanza di fatturato e con la necessità di sostenere costi fissi come stipendi, pagamenti di fornitori, tasse: questa è la vera urgenza e preoccupazione di tutte le aziende, di qualsiasi dimensione”. L’attenzione di ANFIA è quindi focalizzata anche sulle imprese medio-grandi, non solo sulle piccole: “Si, stiamo lavorando a un set di proposte che deve riguardare anche le aziende di media e grande dimensione, un centinaio, che sono le capofila della nostra filiera. Tenere in salute e in sicurezza queste consentirà di tutelare a cascata l’intera catena, fino ai più piccoli. Quello che sosteniamo attraverso queste misure è anche che la liquidità che dovesse arrivare alle grandi aziende serva anche per gestire i rapporti commerciali con i fornitori più piccoli. Una delle grosse paure che si hanno in filiere molto articolate e lunghe come quella dell’automotive è che ai più piccoli rischi di non arrivare l’ossigeno. In sostanza, con questi provvedimenti garantiremmo liquidità alle medie e grandi aziende, ma permetteremmo anche alle piccole di beneficiarne in maniera indiretta. Queste ultime, poi, avranno il fondo di garanzia e altri strumenti già pianificati ad hoc per loro”.

LA PROSPETTIVA TEMPORALE
Parliamo dell’effetto tempo. Occorre una certa velocità perché i contributi arrivino quanto prima e non ci siano intoppi burocratici: “Certo, le caratteristiche indispensabili di questi provvedimenti sono sicuramente quella di ampliare il target di aziende comprese, ma anche la rapidità d’azione. La misura cardine che stiamo proponendo con Confindustria è la concessione di prestiti fondamentalmente a tasso zero, a zero costi, per le aziende medio-grandi che non possono usare il fondo di garanzia, ristretto alle piccole. Questa liquidità verrebbe garantita dallo Stato all’80-90% e concessa tramite le banche commerciali su provvista di CDP o BEI. I fondi verrebbero erogati con finanziamenti di 10 anni, non lunghissimi ma neppure brevi. Se questo strumento verrà adottato nel decreto di aprile, i tempi di attuazione non dovrebbero essere lunghi. Teniamo conto che la liquidità a marzo e aprile c’è ancora, come effetto di ordini e pagamenti fatti nei mesi precedenti. Il problema grosso sarà da fine aprile in avanti. Il tema non è ancora così cogente, ma lo diventerà tra qualche settimana”.

RIMANDARE I PAGAMENTI
Un altro tema importante riguarda le tasse: “Crediamo che sia fondamentale rimandare almeno di qualche mese tutti gli adempimenti fiscali, contributivi, erariali… indirettamente gioverebbe alla ripresa delle aziende. Nel Decreto Cura Italia, questa opportunità non è stata concessa alle medie e grandi aziende e quindi ci auguriamo che, come proposto, venga recepita nel decreto di aprile”.

PROGRAMMARE LA RIPRESA
Oltre alle proposte che hanno un orizzonte temporale più immediato, ANFIA sta anche lavorando per ipotizzare delle proposte sulla ripresa del mercato: “Augurandoci che la situazione torni al più presto alla normalità – continua Giorda – siamo consapevoli che dobbiamo già pensare a come lavorare per ricreare le condizioni di mercato che permettano alle aziende di tornare a produrre e a rendere. Abbiamo una serie di proposte legate al tema della Ricerca&Sviluppo, al quale dovremo dedicare sempre più sforzi, in previsione del futuro. Dovremo aiutare le imprese a riprendere un percorso che potrà essere complicato, dopo l’interruzione della produzione, con i fatturati deboli o mancanti, la crisi di liquidità… Ma siamo pronti a sostenere tutti, per ripartire insieme. Non dimentichiamo poi che l’automotive arrivava già da un periodo di crisi, con volumi in contrazione, effetto Brexit, dazi Usa, rapporti Usa-Cina compromessi, Paesi che avevano già dato segni di rallentamento come la Germania e anche la Cina stessa. L’economia italiana è sempre un po’ fragile e dipende molto dall’export, quindi ha sofferto più di altre”.

A PROPOSITO DI EUROPA
“ANFIA aveva già lanciato, qualche settimana fa, un messaggio importante sulla necessità di coordinare le chiusure delle varie regioni europee, evitando penalizzazioni. Alla fine, in Italia, Germania e Francia lo stop è stato abbastanza omogeneo. Noi sosteniamo che così debba essere anche nella fase di riapertura, cercando, dove possibile, di pianificare e coordinare la ripresa della produzione negli impianti e delle attività dell’indotto, sia tra Paesi sia tra costruttori e suppliers. Questi comparti devono affidarsi a una comunicazione intensa e, grazie ad Acea e Clepa, le due associazioni europee di riferimento, lo stanno già facendo. Occorre condividere piani di apertura sincronizzati, che diano la possibilità anche ai settori della componentistica e della distribuzione di essere pronti a partire, e di farlo con un certo anticipo, programmando la sanificazione degli impianti e la gestione di ordini, consegne, approvvigionamenti…”. Il messaggio è piuttosto chiaro: restare uniti, per progettare insieme la ripresa.

ANFIA ha raccolto la normativa di interesse per i settori produttivo, distributivo e dell’autoriparazione, ha analizzato il provvedimento che contiene le misure di supporto per le imprese maggiormente colpite dall’emergenza epidemiologica e diffuso anche un proprio Manifesto e comunicato stampa. Clicca qui per scaricare la documentazione

 #iostoconlafilieraautomotive

a cura di Manuela Battaglino