Il piano prevede: detraibilità 10% del costo di acquisto fino ad un massimo di 2.000 € in 4 anni, in caso di acquisto di un'auto nuova con emissioni fino a 120 g/Km di CO2 e con contestuale rottamazione di un'auto Euro 0, 1 o 2
L’UNRAE chiede una riduzione dell’onerosità della mobilità individuale,  attraverso una formula di detraibilità dei costi connessi all’acquisto  dell’auto. Il piano prevede: detraibilità 10% del costo di acquisto fino  ad un massimo di 2.000 € in 4 anni, in caso di acquisto di un’auto  nuova con emissioni fino a 120 g/Km di CO2 e con contestuale  rottamazione di un’auto Euro 0, 1 o 2.
“Riteniamo che una simile manovra possa determinare un’aggiuntività di  100.000 unità per il primo anno e poi via via a scalare fino a 55.000  unità nel medio termine – afferma Nordio, presidente Unrae – Inoltre,  per le casse dello Stato a fronte di un impegno iniziale di 64 milioni  di euro, equivalenti al 5 per mille investito dallo stesso per le  ristrutturazioni delle abitazioni nel 2013, si recupera man mano un  maggior gettito IVA capace di generare un flusso positivo di 22 milioni  di euro in 4 anni. l Governo continua a sostenere settori specifici,  tanto è vero che nella lista delle spese detraibili c’è il sostegno per  le ristrutturazioni edilizie. Ma se la casa è un bene primario e la  mobilità privata lo è altrettanto, per quale motivo questa non dovrebbe  essere presa in considerazione?”. 
Le cause del crollo
Dal 2007 a oggi i consumi di beni durevoli da parte delle famiglie sono  diminuiti del 29,6% . Se nel 2007 le famiglie destinavano a questi il  9,1% della spesa complessiva, nel 2013 hanno ridimensionato questa voce  fino al 6,3%. Tutto ciò si spiega con una contrazione generale dei  redditi ma anche con un atteggiamento “attendista” delle famiglie che,  anche a causa delle incertezze sul futuro, prediligono la liquidità agli  investimenti. Ma c’è un altro grande “driver” che spiega il crollo  delle immatricolazioni ed è il “rigor d’auto”, ossia l’insieme dei costi  che si generano con il possesso e l’utilizzo di un’automobile. Costi  elevati e crescenti, nonostante il contenimento del prezzo d’acquisto, e  sempre più appesantiti dalla componente fiscale. 
Effetti
La caduta delle immatricolazioni di nuove auto sparge i suoi effetti in  tante direzioni. L’intero settore dell’automotive è sotto pressione: dal  2008 ad oggi si sono persi 26.500 addetti e il fatturato complessivo è  sceso del 18,6%. Il suo contributo al Pil del Paese rimane fondamentale,  ma è sceso dall’11,7% al 7,8%.
Va poi considerato l’innalzamento dell’età media del circolante, che è  oggi di 9,5 anni, mentre nel 2006 era di 7,5: in soli sette anni l’età  media del parco auto si è alzata di due anni. E’ cresciuta in modo  significativo proprio la componente più obsoleta: le autovetture con più  di 14 anni di età erano il 27,7% del parco circolante nel 2006 mentre  oggi ne costituiscono ancora il 28,4% (sfiorando i 10 milioni di unità).

				
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