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Tariffa oraria più cara? L'assicurazione decide quanto pagare

Lascia interdetti una recente sentenza della Corte di Cassazione che legittima l'asscurazione a non pagare 362 euro di differenza dovuti ad un costo orario applicato dal carrozzerie superiore di 1,50 euro rispetto a quanto imposto dalla compagnia

Recentemente la Corte di cassazione ha pronunciato una sentenza a sfavore dei carrozzieri indipendenti. Il caso in questione riguarda un importo in fattura superiore di appena 362,85 euro a quanto l'impresa di assicurazione ha deciso di liquidare, imputabile ad un costo orario applicato dal carrozziere superiore di 1,50 euro rispetto agli “standard” dell'assicurazione.

Con la sentenza n. 9942, sez. III civile del 13 maggio 2016 la Corte ha detto che “le spese sostenute per le riparazioni dell'autoveicolo, che ha subito danni in un incidente stradale, sono rimborsabili solo per la parte che corrisponde ai correnti prezzi di mercato, a meno che il maggior esborso non sia giustificato da particolari circostanze obiettive”. Di fatto, quindi, non è stata pagata alla carrozzeria che ha fatto ricorso la differenza di 362,85 euro rispetto all'importo deciso, imposto e liquidato dall'assicurazione.

Una sentenza che lascia interdetti: perchè il carrozziere non dovrebbe essere libero di proporre una tariffa oraria di appena 1,50 euro superiore rispetto a quanto vorrebbe l'assicurazione? Con che parametri e con che autorità l'assicurazione è legittimata a stabilire i prezzi delle tariffe dei carrozzieri indipendenti? Spetta all'automobilista danneggiato l'onere di cercare una tariffa che vada bene alla Compagnia? Per essere sicuro che il danno venga risarcito interamente l'automobilista è dunque costretto ad andare direttamente nelle carrozzerie convenzionate?

La formulazione usata dalla Corte appare dunque decisamente rigida, incapace di comprendere la complessità dell'argomento.