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Carrozzieri al tempo del Covid: Carrozzeria Ciampa

Abbiamo parlato con i fratelli Ciampa della Carrozzeria Ciampa di Ladispoli, in provincia di Roma. Tra difficoltà e qualche incomprensione con le assicurazioni, si continua a fare sacrifici e ad aspettare un lento ritorno alla normalità.

Come avete vissuto questo periodo difficile?
«Noi non abbiamo mai chiuso, smaltendo il lavoro arretrato. Avevamo infatti diversi interventi programmati che ci hanno permesso di continuare a lavorare. Purtroppo però poi è entrato pochissimo lavoro».

Che modifiche avete apportato alla carrozzeria per la ripartenza?
«Ci siamo adeguati con la segnaletica necessaria, facendo entrare pochi clienti alla volta in accettazione e sempre con obbligo di mascherina e guanti. Ogni mattina usiamo un termometro per leggere la temperatura agli impiegati e agli operai. Una precauzione che non solo è obbligatoria ma alla quale teniamo molto, nella tutela della salute di tutti: nostra, dei dipendenti e dei clienti. Per questo facciamo anche pulizie approfondite e investiamo molto in sanificazioni accurate».

Come sta andando adesso?
«Smaltito il lavoro pregresso, stiamo subendo le conseguenze del lungo fermo delle auto: la circolazione ridotta ha portato a meno sinistri e meno usura, adesso ne stiamo sentendo le conseguenze, assestandoci su livelli del 60% rispetto a prima. Inoltre le assicurazioni non ci riconoscono i 30 euro che chiediamo per il doppio trattamento di sanificazione, uno in entrata e uno alla riconsegna».

Che tipo di trattamenti effettuate?
«Ci siamo attrezzati per fare una sanificazione all’ozono, un’operazione che svolgiamo persino sulle auto a noleggio che vanno e vengono anche se questo è, tra i nostri settori, quello che sta risentendo maggiormente della crisi».

Cosa prevedete in termine di lavoro per i prossimi mesi?
«Il futuro è incerto, a parte le difficoltà causate dal distanziamento e dalla necessità di lavorare con mascherina e guanti, c’è parecchio timore: alcuni clienti non stanno uscendo neppure per venire a ritirare l’auto. Temo che fino all’autunno dovremo continuare a fare sacrifici, soprattutto perché dovremo rinunciare in parte alla clientela turistica che affolla le nostre zone durante la bella stagione. Con la speranza che in autunno assisteremo ad una ripresa, un ritorno alla normalità».

a cura di Simone La Rocca