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AUTO ELETTRICA IN EUROPA: VENDITE IN PICCHIATA LIBERA

Per descrivere facilmente la situazione del mercato dell’auto elettrica in Europa proviamo a fare un paragone con la picchiata degli arei. Questi quando perdono portanza (di solito per mancanza di velocità), stallano, abbassano il muso e iniziano una rapida discesa verso il suolo. Per uscire dalla picchiata il pilota deve far acquistare velocità al velivolo e tentare di rialzare il muso quando questa è sufficiente a generare spinta sulle ali e riportare l’areo a un volo orizzontale e sicuro.

MERCATO AUTO ELETTRICA DIMEZZATO AD AGOSTO

I numeri del mercato dell’auto elettrica di ACEA in tutta Europa parlano chiaro: -44% 92,627 vetture contro le 165,204 di agosto 2023. La Germania che trainava questo mercato grazie agli incentivi statali ora segna un -68%, la Francia segue con -33% e anche l‘Italia pur in presenza di incentivi ci riporta un mercato negativo – 13,4%. Questi sono i numeri di agosto che fanno paura ai costruttori europei che hanno investito tantissimo nell’elettrico a discapito del termico. Come sempre l’analisi è difficile: si è già creata la solita contrapposizione di Guelfi e Ghibellini. I fautori dell’elettrico danno la causa al prezzo delle vetture e ci prospettano un futuro migliore con l’introduzione sul mercato della Renault 5 full elettric. Un modello dal prezzo meno esclusivo. Va detto che sul mercato ci sarebbe da tempo la Fiat 500 elettrica il cui stabilimento produttivo Mirafiori è quasi sempre in cassa integrazione visti i risultati in concessionaria… Poi ci sono i disfattisti che ci parlano di invasione asiatica a cui è difficile dare torto con un continuo proliferare di marchi importati in Italia e con Stellantis che addirittura si occupa della finitura delle auto cinesi sempre a Mirafiori, un tempo città dell’auto e oggi cattedrale nel deserto. Per rialzare il muso dell’auto elettrica e riportarla al volo orizzontale servirebbero pesanti incentivi in tutta l’Unione Europa ma oggi i fondi scarseggiano e sono impegnati in altre azioni, tra cui la guerra Russia-Ucraina che ha scatenato l’inflazione e l’aumento del costo del denaro.

EUROPA: CAMBIERA’ POLITICA?

L’Europa cambierà le norme stringenti sul green deal automotive. Tutti immaginano una situazione di ammorbidimento, ma niente è garantito e intanto i costruttori europei stanno andando in tilt. La notizia bomba è stata quella della Volkswagen che ha annunciato prima la chiusura dello stabilimento in Belgio dove si producono le Audi elettriche. Volkswagen dal post nazismo non ha mai chiuso un impianto… e già questa era una notizia. Tuttavia nel giro di pochi giorni le notizie si sono fatte più pesanti con la possibilità di altre chiusure e la necessità di tagliare 30.000 posti di lavoro per mettere in sicurezza i conti dell’azienda. I sindacati tedeschi, risvegliati dal torpore di questi ultimi anni mentre l’Europa stava mettendo in scacco l’economia ora promettono battaglia tanto che il ministro dell’Economia e Vice Cancelliere tedesco Robert Habeck ha assicurato aiuti da parte dello stato.

GRUPPI TEDESCHI AL PALO

Non stanno meglio le concorrenti di Volkswagen. BMW nonostante sia quella che tiene meglio anche in Cina con le vetture elettriche ha annunciato difficoltà in Europa. Daimler invece arretra anche in Cina e questo pesa, pesa tanto: i rendimenti dell’automotive sono previsti in forte calo. Dall’11% previsto oggi si potrebbe chiudere allo 7,5% e in borsa il marchio sta pagando duramente.

E se fosse che l’auto elettrica doveva solo essere una delle opzioni nel portafoglio della mobilità, senza imposizioni di legge?

a cura di Renato Dainotto